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Cammino sinodale tedesco, il Vaticano dice stop
NEWS 22 Luglio 2022    di Redazione

Cammino sinodale tedesco, il Vaticano dice stop

In una dichiarazione breve ma netta, il Vaticano ha vietato al cammino sinodale in Germania di prendere decisioni che «obblighino i vescovi e i fedeli ad adottare nuove forme di governo e nuovi orientamenti di dottrina e morale». Viene così privata di ogni fondamento l’intenzione dei protagonisti del cammino sinodale, di creare fatti che influiscano sulla dirigenza ecclesiastica, sugli uffici o sull’insegnamento morale, al di fuori di Roma e della Chiesa mondiale, nonché del processo sinodale mondiale. Se tuttavia i vescovi tedeschi volessero approvare risoluzioni in questa direzione o fare dichiarazioni di impegno che influissero sui cambiamenti nella struttura di governo, sarebbero esclusi dalla comunione con Roma e la Chiesa universale.

La dichiarazione, come opportunamente rileva il Die Tagespost, non è stata pubblicata da un dicastero vaticano, ma dalla “Santa Sede”, cioè dalla suprema autorità. È quindi una “parola di forza” del Papa.

Dichiarazione della Santa Sede:

Per tutelare la libertà del popolo di Dio e l’esercizio del ministero episcopale, pare necessario precisare che il “Cammino sinodale” in Germania non ha facoltà di obbligare i Vescovi ed i fedeli ad assumere nuovi modi di governo e nuove impostazioni di dottrina e di morale.
Non sarebbe lecito avviare nelle diocesi, prima di un’intesa concordata a livello di Chiesa universale, nuove strutture ufficiali o dottrine, che rappresenterebbero una ferita alla comunione ecclesiale e una minaccia all’unità della Chiesa. Come ricordava il Santo Padre nella lettera al popolo di Dio che è in cammino in Germania: «La Chiesa universale vive in e delle Chiese particolari, così come le Chiese particolari vivono e fioriscono in e dalla Chiesa universale, e se si ritrovano separate dall’intero corpo ecclesiale, si debilitano, marciscono e muoiono. Da qui il bisogno di mantenere sempre viva ed effettiva la comunione con tutto il corpo della Chiesa». Pertanto si auspica che le proposte del Cammino delle Chiese particolari in Germania confluiscano nel percorso sinodale che sta percorrendo la Chiesa universale, per un reciproco arricchimento e una testimonianza di quella unità con la quale il corpo della Chiesa manifesta la sua fedeltà a Cristo Signore.

Questi sono i rischi impliciti dell’aprire processi, facendo cioè del dibattito ecclesiale un parlamento in cui – anche se magari le intenzioni iniziali erano o sono di tipo differente – si finisce poi col discutere in modo aperto quel depositum fidei che, come tale, è costitutivamente sottratto a qualsivoglia confronto negoziale o volto in qualche maniera a modificarlo.

Non a caso, nel documento è espresso l’auspicio che «le proposte del Cammino delle Chiese particolari in Germania confluiscano nel percorso sinodale che sta percorrendo la Chiesa universale, per un reciproco arricchimento e una testimonianza di quella unità con la quale il corpo della Chiesa manifesta la sua fedeltà a Cristo Signore». Nel 2021, infatti, Francesco ha aperto il Sinodo sulla Sinodalità che entrerà nel vivo nel 2023.

L’intento della dichiarazione è dunque quello di porre un freno alle spinte estreme e rivoluzionarie che arrivano dalla Germania, evitando così possibili fratture con Roma. Quello che si sta generando in Germania, inutile, è però un rischio reale anche di tutto il sinodo sul sinodo che la Chiesa universale ha aperto; per cui, anche in tempi brevi, potrebbero diventare necessari molti altri interventi come questo, destinato alla chiesa tedesca.

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