Mentre in America ci sono serie probabilità che la Corte Suprema voti per rovesciare la Roe Vs. Wade, la sentenza che ha garantito il libero accesso all’aborto negli Stati Uniti, intorno si scatena, è proprio il caso di dirlo, l’inferno. Oltre all’appoggio incondizionato di noti marchi e colossi dell’economia vari, che hanno già annunciato che pagheranno di tasca loro le spese mediche delle dipendenti che decideranno di abortire, la protesta comincia, adesso a montare e alla grande, anche sui social.
Non parliamo solo di duri attacchi verbali o frasi al vetriolo contro chi sostiene la vita, ma di una vera e propria azione di sobillazione contro quella che è stata definita «una istituzione che schiavizza le donne» cioè la Chiesa cattolica che notoriamente difende la vita, in qualunque fase e condizione si presenti.
Questa infamante accusa è stata pronunciata dal gruppo di estrema sinistra Ruth Sent Us, sul suo account di TikTok che conta ben 20.000 followers e che era stato, in teoria, bannato per sempre, a metà maggio, per le numerose violazioni delle linee guida del social, ma poi è stato misteriosamente riattivato. Un livore, quello di Ruth Sent Us, indirizzato, anche, contro i giudici repubblicani della Corte che in questi giorni stanno lottando per difendere il diritto alla vita dei nascituri.
Al punto che i membri del collettivo femminista, si sono impegnati in diverse manifestazioni di protesta nei pressi delle abitazioni dei giudici in questione. Per di più a tale scopo, le attiviste, non hanno esitato nemmeno a pubblicare una vera e propria mappa, sul loro sito web, con tutti gli indirizzi delle case dei giudici. Una violazione della privacy, non da poco che ci chiediamo come mai non sia stata minimamente presa in considerazione dalle autorità competenti.
Inoltre, per non farsi mancare proprio niente, le attiviste hanno avuto cura di indossare anche cappe rosse con cappelli bianchi, in riferimento al romanzo distopico femminista di Margaret Atwood “The Handmaid’S Tale” in cui le donne vivono in una società organizzata da leader assetati di potere, dove vengono brutalmente stuprate per aumentare il tasso di fertilità, non possono lavorare, leggere o maneggiare denaro. Uno scenario ben diverso dalla sorte di cui godono, in realtà, le donne nella società occidentale attuale, non semplicemente libera ma libertina e in cui, al contrario, si assiste ad una vera e propria “dittatura di diritti”. In nome della quale si è disposti a calpestare chiunque non la pensi secondo il pensiero unico.
Come ad esempio, la Chiesa cattolica. Ovvero, uno dei bersagli principali del gruppo di sinistra che è arrivato a fare irruzione più volte durante alcune Messe, in America (l’ultima volta, in occasione della festa della mamma) brandendo, davanti all’altare, nel pieno della funzione, cartelli di protesta pro choice. Non contente, le attiviste, dal loro profilo di Twitter hanno anche annunciato un loro ulteriore piano non proprio rassicurante: «Bruceremo l’Eucaristia per mostrare il nostro disgusto per gli abusi che le Chiese cattoliche hanno perdonato per secoli»
Una vera e propria istigazione all’odio e alla violenza, come quella intrinseca dell’Occidente che rinnega le sue radici cristiane e, infatti, non sembra un caso che il blocco del loro account di TikTok annunciato come permanente, lo scorso 14 maggio, sia stato stranamente revocato…
(Fonte foto: Twitter)
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