Il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, 90 anni, è stato arrestato nelle scorse ore dalla polizia di Hong Kong, di cui è vescovo emerito. Secondo quanto riferiscono varie fonti, tra cui Asianews, il fermo al porporato – noto sostenitore del movimento democratico locale, che il Timone ha intervistato in esclusiva nel gennaio 2020 – sarebbe legato alla gestione del fondo 612, che fino alla sua chiusura ha assistito migliaia di manifestanti pro-democrazia coinvolti nelle proteste del 2019.
Il salesiano, che ricevette la berretta cardinalizia nel 2006 da Benedetto XVI, era tornato al centro delle cronache nei mesi scorsi, quando aveva manifestato la sua contrarietà all’accordo tra la Repubblica Popolare Cinese e la Santa Sede sulle nomine dei vescovi. A ciò si aggiunga che il cardinale era da tempo inviso al regime di Pechino. Basti dire che pochi mesi fa, precisamente a gennaio, la stampa filogovernativa aveva pubblicato almeno quattro articoli accusandolo d’aver incoraggiato le rivolte del 2019.
AGGIORNAMENTO:
(ANSA) – PECHINO, 12 MAG – Il cardinale Joseph Zen, arrestato nel pomeriggio con l’accusa di collusione con forze straniere, è stato rilasciato su cauzione dalla stazione di polizia di Wan Chai, sull’isola di Hong Kong, intorno alle 23 locali (le 17 in Italia). All’uscita, secondo quanto riportato dai media dell’ex colonia, non ha rilasciato commenti, entrando subito in un’auto privata parcheggiata nelle vicinanze. L’alto prelato, 90 anni, era accompagnato da cinque persone.
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