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«Difendiamo i bambini dalle manipolazioni». L’appello della madre miracolata da Newman
NEWS 2 Maggio 2022    di Federica Di Vito

«Difendiamo i bambini dalle manipolazioni». L’appello della madre miracolata da Newman

«Crescere i figli in santità», un obiettivo fuori moda che, invece, traspare con prepotenza dalla storia di Melissa Villalobos, avvocato e madre di sette figli di Chicago. La stessa che ha fornito a papa Francesco il miracolo necessario per riconoscere il cardinale John Henry Newman come santo. «Per favore, cardinale Newman, ferma le perdite di sangue», fu la sua supplica: e si fermò l’emorragia che aveva messo a rischio la gravidanza della sua quinta figlia, Gemma, nel 2013.

Oggi questa madre ha un altra richiesta, ma collettiva: non abbassare la guardia. Tutti, genitori e non, perché i bambini sono il futuro anche di chi non ha figli. Il futuro della nostra società e del popolo di Dio. Nella terza puntata del podcast settimanale su Merely Catholic di Gavin Ashenden, Melissa ricorda la sua guarigione e riflette sul profondo legame spirituale che la lega al primo santo inglese dall’era della Riforma, riportando l’importanza dei suoi insegnamenti per i nostri tempi così secolarizzati.

Ripensando alla vita del cardinale racconta di quando si espresse contro i pericoli del liberalismo, quello che viene anche chiamato relativismo morale. E non possiamo negare che tra le minacce del nostro presente ci sia proprio il relativismo. Il cardinale Newman ci mostra quanto sia importante oggi il concetto che «la religione non è una questione di opinione».

Il cuore del suo discorso punta poi alla formazione delle coscienze, «se i cattolici infatti non si fossero impegnati per proteggere i bambini dalle falsità e dai vizi», afferma Melissa, molti bambini sarebbero «cresciuti senza coscienza» e sarebbero rimasti in balia delle manipolazioni della società. I bambini così diventano passivi di fronte a tutto ciò che gli viene propinato. Insegnare loro «ciò che è vero, ciò che non lo è, il bene e il male» dovrebbe essere la nostra prima preoccupazione.

Allora se nella famiglia vivono l’integrità dei valori cattolici, fanno esperienza reale di quella che è la morale, potranno anche ricevere dall’università o da qualsiasi altra fonte insegnamenti diversi, ma ritroveranno la sorgente della verità lì nella famiglia. «La presenza della famiglia non può diventare un’opzione. Non può essere sottovalutata. Deve essere necessaria», così incalza.

«Se puoi distruggere la famiglia, allora puoi assicurarti che questi bambini senza coscienza saranno in grado di credere in tutto ciò che viene loro detto dalla società». L’attacco più forte è infatti diretto verso le nuove coscienze, verso la famiglia, e Melissa esorta a non prendere questo fatto sotto gamba: «Sento che devo costantemente proteggere i miei figli da tutto – sento che non posso accendere la televisione, o la radio e nemmeno andare al supermercato con libri e riviste – si deve stare attenti a cosa c’è là fuori. Se non lo facciamo, se non proteggi i bambini e le loro coscienze, sarà difficile per loro crescere in santità».

Come genitori, come adulti, ci sentiamo dire che lo sport, lo studio, ogni sorta di esperienza possano formare i nostri figli nella maniera più adeguata per affrontare questo mondo. Ma troppo spesso, anche come cattolici, ci scordiamo che è la santità a essere necessaria, «far crescere la propria coscienza, formarla, rafforzarla, è come un esercizio per il corpo». E allora l’attenzione che rivolgiamo alla cultura, allo sport, va direzionata anche verso la crescita spirituale dei nostri figli.

Proprio nei giorni della registrazione della puntata è accaduta un fatto emblematico per queste riflessioni: alla John Fisher School di Purley, a sud di Londra, gli studenti e gli insegnanti hanno scioperato perché l’arcidiocesi di Southwark ha proibito la visita di un autore gay la cui narrativa contiene contenuti altamente sessualizzati, inclusa la blasfemia sessuale. L’autore avrebbe dovuto parlare del suo romanzo Noah Can’t Even, la storia di un sedicenne che scopre di essere gay dopo aver baciato un altro ragazzo a una festa.

Il direttore dell’istruzione di Southwark, il dottor Simon Hughes, ha affermato: «Di tanto in tanto emergono materiali o eventi da prendere in considerazione che esulano dall’ambito di ciò che è consentito in una scuola cattolica». Come a dire che gli occhi vanno tenuti aperti anche in ambienti che sembrano protetti. Ha poi continuato: «Le nostre scuole sono tenute a fornire un programma di relazioni e di educazione sessuale che sia conforme alla Legge sulle equazioni del 2010 e al Magistero della Chiesa cattolica. […] Non abbiamo altra alternativa che affermare i nostri precetti teologici e morali inequivocabili e ben noti e agire in conformità con essi».

Questo, del resto, ci attende là fuori. Un mondo che mira a indottrinare le menti più semplici, verso le quali abbiamo il dovere di essere presenti e consapevoli. «Educazione non significa semplicemente insegnarci a leggere o scrivere – né formarci al buon adempimento delle nostre professioni mondane, né inculcare i meri principi della credenza e della pratica; – ma operare insieme con Dio per la salvezza delle anime». Meglio tenere bene a mente – tutti – l’insegnamento del cardinale Newman.


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