Ci sono le firme di quattro cardinali Francis Arinze (vescovo di Onitsha, Nigeria), Raymond Burke (arcivescovo emerito di St. Luoise, Missouri, Usa), Wilfred Napier (arcivescovo emerito di Durban, Sud Africa) e George Pell (arcivescovo emerito di Sydney, Australia). Poi ci sono oltre 65 vescovi, tra cui molti amici del Timone; l’italiano Massimo Camiscasca (vescovo emerito di Reggio Emilia – Guastalla), Salvatore Cordileone (vescovo di San Francisco, California, Usa), Thomas Olmsted (vescovo di Phoenix, Arizona, Usa), Thomas Paprocki (vescovo di Springfield, Illinois, Usa) e tanti altri.
Una lettera appello, che mette nero su bianco la preoccupazione per il cammino sinodale della Chiesa tedesca che secondo i firmatari provoca confusione sull’insegnamento della Chiesa e mostra«più sottomissione e obbedienza al mondo e alle ideologie che a Gesù Cristo come salvatore». Il riferimento ovviamente è alle bozze di testi – firmate a febbraio dall’assemblea dei vescovi tedeschi – in cui si chiedevano benedizioni per coppie dello stesso sesso – e soprattutto al recente intervento del capo della Chiesa tedesca, il cardinale Reinhard Marx secondo cui l’insegnamento sull’omosessualità «non è scolpito» nella pietra e dunque si può mettere in discussione.
Parole inequivocabili, di fronte a cui la lettera dei 70 non è meno ferma: «l’urgenza delle nostre osservazioni congiunte è radicata in Romani 12, e in particolare nella cautela di Paolo: “Non conformarti a questo mondo”. E la loro serietà scaturisce dalla confusione che il Cammino sinodale ha già causato e continua a causare, e dal potenziale scisma nella vita della Chiesa che inevitabilmente ne risulterà».
Lo scritto si sviluppa in sette punti. 1. Non ascoltando lo Spirito Santo ed il Vangelo – scrivono i 70- le azioni del Cammino Sinodale minano: la credibilità dell’autorità della Chiesa, compresa quella di Papa Francesco; l’antropologia cristiana e la morale sessuale e l’attendibilità delle Scritture. 2. Mentre mostrano una patina di idee religiose ed un vocabolario religioso, i documenti del Cammino Sinodale tedesco sembrano in gran parte ispirati non dalla Scrittura e dalla Tradizione […] ma dall’analisi sociologica e dalle ideologie politiche contemporanee, incluse quelle del “gender”. Essi guardano alla Chiesa e alla sua missione attraverso la lente del mondo piuttosto che attraverso la lente delle verità rivelate nella Scrittura e nell’autorevole Tradizione della Chiesa. 3. Il contenuto del Cammino Sinodale sembra anche reinterpretare, e quindi sminuire, il significato della libertà cristiana. Per il cristiano, la libertà consiste nella conoscenza, nella volontà e nella libera capacità di fare ciò che è giusto. La libertà non è “autonomia”. La libertà autentica, come insegna la Chiesa, è legata alla verità ed è ordinata al bene e, in definitiva, alla beatitudine […].
4. La gioia del Vangelo – essenziale per la vita cristiana, come spesso sottolinea Papa Francesco – sembra essere del tutto assente dalle discussioni e dai testi del Cammino Sinodale. […] 5. […]Nei suoi effetti, il Cammino Sinodale mostra più una sottomissione ed obbedienza al mondo e alle sue ideologie che a Gesù Cristo come Signore e Salvatore. 6. L’attenzione del Cammino Sinodale al “potere” nella Chiesa suggerisce uno spirito fondamentalmente in contrasto con la vera natura della vita cristiana. In fondo la Chiesa non è solo un’“istituzione” ma una comunità organica; non un sistema egualitario, ma familiare, complementare e gerarchico – un popolo sigillato nell’unità dall’amore di Gesù Cristo e dall’amore reciproco nel suo Nome. La riforma delle strutture non è affatto la stessa cosa che la conversione dei cuori […].
7. L’ultimo e più penoso problema del Cammino Sinodale in Germania risulta essere terribilmente ironico. Con il suo esempio distruttivo, esso può portare alcuni vescovi, e porterà molti laici altrimenti fedeli, a diffidare della stessa idea di “Sinodalità”, così da ostacolare ulteriormente il necessario dialogo in seno alla Chiesa sul compimento della sua missione di convertire e di santificare il mondo.
Chissà se questo scritto farà breccia nel percorso sinodale tedesco o cadrà nel vuoto come già avvenuto con le preoccupazioni dei vescovi polacchi, certo è che, come afferma uno dei firmatari, Thomas Paprocki, arcivescovo di Springfield, Illinois. «Il Cammino sinodale tedesco si è allontanato dal sentiero dell’autentica sinodalità e si è posto in opposizione alle verità della nostra fede cattolica come insegnate i secoli dalla Scrittura e dalla Tradizione – poi aggiunge – Nella correzione fraterna e in unione con i Vescovi di tutto il mondo, incoraggio i Vescovi della Germania a tornare al vero deposito della fede, come ci è stato trasmesso da Gesù Cristo».
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