Per gentile concessione dell’autore e della curatrice Giorgia Brambilla, pubblichiamo alcuni stralci della prefazione di Stanislaw Grygiel al libro “Come olio di nardo. Il valore della famiglia nel mondo contemporaneo”, (If press, 2022, pag. 528, € 30,00). Un testo con 19 interventi raccolti in quattro sezioni: si va dalla sociologia alla teologia e scienze religiose, dalla bioetica alla psicologia e pedagogia. Un lavoro articolato, per dire che sebbene in crisi, la famiglia resiste all’usura ed è capace di dare risposte al disagio sociale, anzi è l’unica istituzione che lo può fare in modo adeguato.
di Stanislaw Grygiel
«[…] La ragione principale delle odierne difficoltà nell’apprendere la verità del matrimonio e della famiglia risiede nel fatto che non li contempliamo alla luce del Principio, come direbbe C. K. Norwid, della «cascata della creazione», ma per comodità li osserviamo con l’aiuto delle opinioni che attualmente li plasmano nella società. Diventiamo artigiani, sempre più formati dalle scienze, e di conseguenza perdiamo la capacità di pensare. Sempre di più non vogliamo voler pensare. […]
Il pensiero è domanda, e lo diventa sempre di più man mano che capisci quanto sia grande il mistero della verità. Quando il pensiero risponde da solo al suo divenire la domanda che raggiunge l’infinito, abbiamo a che fare con le opinioni e con le ideologie che le giustificano. Le ideologie sono oggi così dilaganti da estromettere persino dalle università e, peggio, dai seminari, la metafisica e la teologia morale che vivono delle domande e della speranza. Al loro posto, introducono narrazioni su antropologie culturali, sociologie, psicologie e altre scienze al servizio dei padroni di questo mondo. Oggi la società e anche la Chiesa sono piene di eruditi che scioccano le persone in modo sempre più intelligente con le loro competenze in opinioni antiche e moderne, ma allo stesso tempo sempre più stupidamente raccontano favole sul senso della vita e sulla necessità di affidarsi ai loro discorsi, che non obbligano a nulla e non portano da nessuna parte. L’uomo privo della metafisica e della teologia morale non chiede come vivere. Ha tre parole come principio guida del comportamento morale: «Tutto è permesso!». Non stupisce quindi che la fedeltà coniugale e familiare, così come la fedeltà alla nazione e alla Chiesa, susciti in lui l’odio. […]
L’amore in cui nascono il matrimonio e la famiglia, la nazione e la Chiesa avviene nel mondo, ma inizia al di là di esso. […] Le scienze, i cui strumenti cognitivi provengono da questo mondo, non possono dire nulla d’importante su tali eventi. L’artigianato scientifico, se soccombe all’ideologia, su commissione inventerà varie imitazioni del matrimonio, della famiglia, persino della Chiesa. Sempre però queste imitazioni non saranno che parodie del mistero dell’amore. Tuttavia, non si scherza impunemente con il mistero dell’amore.
Non capiremo mai il mistero dell’amore, ma, vivendo alla sua luce, capiremo tutto il resto. Apprende la verità dell’universo e della storia dell’umanità colui che, ritornando costantemente al Principio, rinasce spiritualmente. Comprendere che il Principio è la Fine, significa partecipare alla verità che si rivela non nelle parole, ma nel silenzio. La verità avviene nel dialogo con un’altra persona fatto nel silenzio. […] Alla domanda sulla verità, risponde solo la Verità con la sua Parola che è l’Amore. Le risposte umane sono sproporzionate rispetto alla verità. Se esse non contengono la Parola che è “centro dell’universo e della storia”, inevitabilmente si trasformano nelle ideologie che contraddicono l’amore e, quindi, la libertà. […]
Le ideologie non tollerano coloro che vivono e pensano delle domande metafisico-religiose piene della speranza che la risposta li abbia già abbracciati e li stia trasfigurando, visto che devono cercarla già dentro di sé. Se il matrimonio e la famiglia, la nazione e la Chiesa nascono nell’amore, non c’è da meravigliarsi che il mondo non li comprenda, e a volte, come oggi, li odi e faccia di tutto per distruggerli. L’amore come un fulmine e il suo lampo rompono l’oscurità, lasciando agli uomini di intravedere la verità cui appartengono.
Al mondo non piacciono i fulmini e i lampi, poiché non li può dominare».
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