Dopo Macron, il presidente “cattolico” Joe Biden. Un patto atlantico sull’aborto tiene molto bene, visto che dopo le parole del presidente francese all’europarlamento della scorsa settimana, ecco che il “devoto” Biden conferma che il diritto all’aborto non si tocca.
Con una puntualità perfetta, esattamente un giorno dopo la March for life di Washington, e nel 49° anniversario della sentenza Roe vs. Wade, che nel 1973 introdusse il “diritto” all’aborto in Usa, ecco che il presidente Biden ha dichiarato in una nota che «il diritto costituzionale stabilito in Roe v. Wade quasi 50 anni fa oggi è sotto attacco come mai prima d’ora. È un diritto che riteniamo debba essere codificato in legge e ci impegniamo a difenderlo con ogni strumento che abbiamo».
«La continua difesa di questo diritto costituzionale», prosegue la nota del Presidente sedicente cattolico degli Stati Uniti, «è essenziale per la nostra salute, sicurezza e progresso come nazione».
Saranno felici gli attivisti prolife di ritorno dalla March for life di Washington di venerdì scorso. A migliaia erano scesi in piazza per gridare il loro sì alla vita e il loro no contro i trucchi nascosti dietro le parole “salute riproduttiva” e “libertà”. L’aborto è un attentato alla vita di un essere umano, gridavano i prolife americani, perché la vita inizia dal concepimento e il progetto del nuovo essere umano è già contenuto fin dalle prime cellule. Invece, i presidenti Macron e Biden lo pensano come “diritto”, un “diritto fondamentale” da fissare e difendere nella carta europea e nella costituzione degli Stati Uniti.
Ma negli Stati Uniti la battaglia sulla questione è molto calda, perché la Corte Suprema sta per esaminare un caso su una legge del Mississippi che vieterebbe l’aborto a 15 settimane. La legge è una sfida diretta alla storica sentenza Roe vs. Wade. I prolife sperano di dare una spallata, visto che i giudici componenti della Corte potrebbero anche trovare una maggioranza favorevole per ribaltare le cose.
La March for life si è svolta appunto venerdì con grande successo, sul palco molti interventi, fra cui quello di padre Mike Schmitz, sacerdote di 47 anni della diocesi di Duluth, Minnesota, meglio conosciuto per il suo The Bible in a Year, il podcast da 120milioni di downaload (Il Timone ne ha parlato sul numero di dicembre 2021, unico media italiano presente alla conferenza stampa di presentazione del podcast).
Il suo intervento era molto atteso e padre Mike ha ricevuto un’accoglienza travolgente. Ha raccontato di sua nonna materna Helen, caposala in un ospedale del Minnesota quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha legalizzato l’aborto in seguito alla sentenza Roe vs. Wade. Quando nel suo ospedale cominciarono gli aborti, nonna Helen decise di andare alla direzione per dire che lei non ci stava, che non lo poteva fare. «O smettiamo, o me ne vado», disse. Ovviamente le dissero che non avrebbero smesso.
«Quando mia nonna Helen… ha lasciato l’ospedale nel 1973, non ha cambiato l’ospedale, non ha cambiato la cultura, non ha cambiato la legge, non ha cambiato il paese”, ha detto padre Mike. «Ma quando si è alzata [davanti alla direzione dell’ospedale», questo l’ha cambiata. Quando si è alzata, è cambiata lei, ha cambiato i suoi figli e ha cambiato sua figlia, mia madre. E quella… volontà di stare in piedi, quella volontà di camminare, ha fatto eco nella mia vita».
«Ogni bambino conta. Ogni donna conta. Ogni persona conta», ha concluso padre Mike, «E non importa cosa fa questa (marcia), non importa cosa cambia. Il tuo essere qui, in piedi, il tuo essere qui, marciare, ti cambia, e tu sei importante. Dio vi benedica». Al “devoto” cattolico Biden saranno fischiate le orecchie?
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