Un comunicato stampa della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) riporta le parole del Papa contenute nel video diffuso attraverso la Rete Mondiale di Preghiera del Papa sul tema: “Discriminazione e persecuzione religiosa”. L’intenzione di preghiera del Santo Padre ci accompagna all’inizio di questo 2022 e pone a tutti noi una domanda diretta e molto seria, «Come può essere che attualmente molte minoranze religiose subiscano discriminazioni o persecuzioni? Come permettiamo, in questa società tanto civilizzata, che ci siano persone che vengono perseguitate semplicemente perché professano pubblicamente la propria fede?».
Come sappiamo, non ci siamo lasciati alle spalle l’intolleranza religiosa. Fa ancora parte della cronaca di tutti i giorni. In India le suore Missionarie della Carità sono state costrette a razionare la distribuzione di beni dopo che il governo ha bloccato i fondi provenienti dall’estero. Sono circa 600 le persone a beneficiare degli aiuti delle Missionarie nella casa madre di Calcutta e nell’orfanotrofio Shishu Bhavan.
IL CASO DELLE SUORE DI MADRE TERESA
Il 25 dicembre il Ministero degli Affari Interni indiano ha stabilito che le Missionarie della Carità non soddisfano più i requisiti di ammissibilità per le donazioni straniere ai sensi della legge sul regolamento sui contributi esteri. Se anche a qualcuno venisse in mente di porre questa notizia al di fuori dell’ambito delle discriminazioni religiose, basterebbe passare al prossimo dato: otto stati indiani hanno approvato presunte leggi anti-conversione. I problemi che devono affrontare le Missionarie nascono all’interno di tensioni politiche, sociali e religiose. Il governo nazionale indiano e molti governi statali sono guidati da membri del Bharatiya Janata Party, che promuove una forte visione nazionalista dell’induismo. Le accuse mosse da alcuni critici del cristianesimo e di altre religioni minoritarie in India riguardano l’uso della conversione forzata o proselitismo, attraverso la paura, la corruzione e l’uso superstizioso di preghiere. Tutto questo per mettere in cattiva luce il cristianesimo.
Dal 1° gennaio quasi 6.000 ONG indiane hanno perso la licenza per accedere ai contributi esteri, secondo il Foreign Contribution Regulation Act che regola la possibilità di ricevere finanziamenti dall’estero per le organizzazioni indiane. Oltre alle Missionarie della Carità, molte altre organizzazioni riconosciute, tra cui Oxfam India, sono preoccupate per la situazione. Suor Stany Rose, delle suore di Madre Teresa in Orissa, ha reagito: «Non siamo preoccupati, Dio Padre si prenderà cura dei nostri bisogni».
ALGERIA: L’INFERNO DI CHI SI CONVERTE AL CRISTIANESIMO
In Algeria, Il Presidente dell’Alto Consiglio Islamico (HCI) Bouabdellah Ghlamallah, in un discorso del 5 maggio in occasione del 90° anniversario dell’Associazione degli Ulema musulmani algerini, così ha sentenziato: «L’algerino può essere solo musulmano». Queste parole dipingono un’altra realtà intrinseca di notizie che suonano come persecuzioni religiose. Recentemente, una corte d’appello in Algeria ha condannato Foudhil Bahloul, un convertito algerino, a sei mesi di pena detentiva e una multa di 100.000 dinari algerini (circa $ 720) per un trasferimento di 200 euro sotto il nome di “donazione.” Non sarebbe stata ammessa secondo una legge discriminatoria contro le minoranze religiose. «Dal 2017 le autorità algerine utilizzano questa legge per perseguitare sfacciatamente le minoranze religiose. È giunto il momento di abrogarla e ribaltare tutte le sentenze risultanti, compreso il caso di Foudhil Bahloul», dichiara Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa.
Le parole del Papa sembrano fare da didascalia a questi fatti, «Non è soltanto inaccettabile: è disumano, è una follia. La libertà religiosa non si limita alla libertà di culto, ovvero al fatto che si possa avere un culto nel giorno prescritto dai propri libri sacri, ma ci fa valorizzare l’altro nella sua differenza e riconoscere in lui un vero fratello. Come esseri umani, abbiamo tante cose in comune da poter condividere, accogliendo le differenze con la gioia di essere fratelli. E una piccola differenza, o una differenza sostanziale com’è quella religiosa, non offuschi la grande unità dell’essere fratelli».
ACS: IL 67% DELLA POPOLAZIONE MONDIALE NON GODE APPIENO DELLA LIBERTA’ RELIGIOSA
Secondo i Rapporti di ACS questa realtà è propria di 62 sui 196 Paesi sovrani, e in 26 di queste nazioni si soffre la persecuzione. «Scegliamo il cammino della fraternità. Perché o siamo fratelli o perdiamo tutti. Preghiamo perché tutte le persone che subiscono discriminazione e persecuzione religiosa trovino nelle società in cui vivono il riconoscimento e la dignità che nasce dall’essere fratelli e sorelle», conclude il Pontefice.
Alessandro Monteduro, direttore di ACS Italia commenta così: «ACS ha sostenuto questo Video del Papa perché è necessario dare la massima risonanza a queste parole di Francesco. Il suo è un monito a tutti i governi del mondo, persecutori, compiacenti o indifferenti. Il dato che maggiormente impressiona è che il 67% circa della popolazione mondiale, pari a circa 5,2 miliardi di persone, vive infatti in nazioni in cui si verificano gravi violazioni della libertà religiosa. Nove Paesi per la prima volta si sono aggiunti alla già citata blacklist dei 26 caratterizzati da vera e propria persecuzione: sette sono in Africa (Burkina Faso, Camerun, Ciad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Mali e Mozambico) e due in Asia (Malesia e Sri Lanka). La causa principale di tale continua involuzione è la progressiva radicalizzazione del continente africano, specie nelle aree sub-sahariana e orientale, dove la presenza di gruppi jihadisti è notevolmente aumentata».
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