Roberta Metsola con 112 voti (64,4%) è la candidata del gruppo del Partito popolare europeo alla carica di presidente del Parlamento europeo. Nel mese di novembre si è conclusa a Strasburgo la votazione all’interno del gruppo Ppe per la scelta del candidato a presidente. Oltre a lei, erano candidati l’olandese Esther de Lange (44 voti, 25,3%) e l’austriaco Othmar Karas (18 voti, 10,3%).
Il Parlamento europeo rinnova a gennaio le cariche istituzionali: presidente, vice presidenti, questori, presidenti di commissione. In virtù dell’accordo di coalizione concluso nel giugno 2019 tra i conservatori del PPE, i socialisti e i liberali di Renew Europe, si deve lasciare il posto a un membro del Partito popolare europeo. «È una candidata eccezionale per guidare questa Istituzione e lavorare con tutte le famiglie politiche. Lavorerà per tutti gli europei», queste le parole del Ppe su Roberta Metsola, la maltese 42enne eurodeputata dal 2013. Se dovesse essere eletta, sarebbe la terza donna, dopo Simone Veil e Nicole Fontaine, a diventare presidente dell’Europarlamento e la più giovane, avendo soltanto 42 anni. «Mamma», questa la prima parola che utilizza per descriversi nella sua biografia di Instagram.
Sembrerebbe che David Sassoli si ritiri dalla corsa per la riconferma alla presidenza del Parlamento Europeo. «Non voglio spaccare il fronte europeista», è la sua motivazione dichiarata. Pertanto, i Socialisti e i liberali di Renew si trovano di fronte a una scelta difficile: o onorare l’accordo del 2019, o presentare un candidato per cercare di battere la Metsola riaprendo così i giochi. Sono scettici di fronte all’eventuale elezione di quest’ultima: le sue posizioni conservatrici e anti-abortiste non sono, si sa, troppo gradite a la gauche.
Per intenderci, Emmanuel Macron, che assumerà la presidenza di turno dell’UE a gennaio, così ha sentenziato: «Difendo e difenderò sempre con la massima forza il diritto delle donne e in particolare il diritto delle donne di disporre liberamente del proprio corpo […] Su questo argomento sono coerente e lo sarò fino alla fine. Io difendo con forza questi valori e spero che tutti possano difenderli nelle sedi dove devono portarli, chi a nome mio, chi a nome combattimento comune. Sta agli eurodeputati scegliere il loro presidente. Mi auguro che lo facciano con spirito di coerenza e fedeltà alle battaglie che sono le loro».
Che cosa rappresenta la figura di Roberta Metsola? Il fatto che provenga dall’ultimo Paese europeo in cui l’aborto sia illegale è un primo importante motivo per essere guardata di traverso. Si è opposta apertamente e coerentemente a tutte le misure in difesa dell’aborto. Lo scorso giugno, ad esempio, ha dichiarato di essere contraria al rapporto presentato dall’eurodeputato Predrag Matic e approvato dal Parlamento europeo che esortava gli Stati membri a fornire a tutti i cittadini libero accesso a un’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva di alta qualità. «Senza l’approvazione del nostro Parlamento nazionale, le istituzioni dell’UE non possono imporre alcuna legislazione a Malta in questo settore», ha dichiarato Metsola, riferendosi al protocollo sull’aborto di Malta, negoziato prima del suo ingresso nell’UE e allegato al trattato di adesione dell’isola del 2003. «Sarebbe sbagliato dare a chiunque l’impressione che il Parlamento europeo o gli eurodeputati abbiano il potere o la competenza per legiferare in materia. Questo è un diritto che appartiene al nostro Parlamento ed è un diritto che rispetto», ha poi continuato.
La sua non sembra però una posizione in contrasto con le altre, si presenta bensì in un’ottica di collaborazione, pur mantenendosi coerente verso i propri ideali, «lavorerò duramente per continuare a costruire ponti in questa Camera. La mia prima priorità per ora è creare alleanze, costruire ponti con le forze costruttive pro-Ue di quest’aula, e di entrare nella seconda parte di questa legislatura forti non solo delle nostre posizioni politiche ma anche nell’immagine che offriamo al resto del mondo», queste le parole della deputata.
Sarà interessante capire se la candidata saprà restare ferma sui principi, oppure cederà in nome della real politik e del compromesso.
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