La Conferenza episcopale americana (Usccb), riunita a Baltimora, il 17 novembre ha approvato con votazione elettronica segreta il discusso documento sulla Santa Comunione, The Mystery of the Eucharist in the life of the Church (Il mistero dell’eucarestia nella vita della Chiesa): sono stati 222 i voti favorevoli, 8 i contrari e 3 gli astenuti.
Un esito a larga maggioranza che supera ogni aspettativa, dal momento che solo nella primavera scorsa la decisione di stendere un documento su tale argomento aveva raccolto 55 contrari e 6 astenuti.
E un esito solo in parte scontato, visti i rumors delle scorse settimane che parlavano di una spaccatura interna alla Conferenza episcopale e rimarcavano, per ordine cronologico, il contenuto della lettera inviata lo scorso maggio dal cardinale Louis F. Ladaria, prefetto della Congregazione della dottrina della fede (qui), che era risuonata come uno stop informale dal Vaticano, e le parole dei primi di novembre del presidente Usa Joe Biden, a margine dell’udienza fiume con papa Francesco: «Mi ha detto che posso continuare a ricevere la comunione» (qui).
Questa convergenza finale pressoché unanime parrebbe essere dovuta al fatto che il documento si concentra sul «dono di se stesso di Cristo nell’Eucaristia e sulla nostra risposta a quel dono», con questo evitando – come peraltro aveva già preannunciato in un documento la Conferenza episcopale ancora in primavera, a seguito della decisione di proseguire nell’intento della pubblicazione – una «politica nazionale sulla negazione della Comunione ai politici». Si è dunque di fatto arrivati a un compromesso, lavorato nel tempo di questi mesi, rispetto a posizioni più polarizzate.
Nel merito di questo discusso punto, Rns riporta che la versione giunta ad approvazione recita: «I laici che esercitano una qualche forma di autorità pubblica hanno una responsabilità speciale di formare le loro coscienze secondo la fede della Chiesa e la legge morale e di servire la famiglia umana sostenendo la vita e la dignità umana».
Nessun nome, dunque, e nessuna precisa indicazione a prelati. Ma non si tratta di per sé di una novità, dato che una decina di giorni fa Thomas Paprocki, vescovo di Springfield, aveva affermato, riferendosi alla bozza preparatoria, che «il documento non indica alcun politico per nome o alcun funzionario del governo, e non credo che lo farà». E aveva quindi aggiunto, in maniera non scontata, che l’intento del documento eucaristico non è tanto da leggere in “negativo”, con la negazione ad alcuni di accostarsi al Corpo di Cristo, bensì in “positivo”, nell’ottica di sollecitare un «risveglio eucaristico». Esattamente la linea rimarcata anche dal presidente della Usccb, José H. Gomez, non più tardi di lunedì scorso: «L’intenzione del documento», aveva dichiarato in conferenza stampa, «fin dall’inizio era quella di educare i cattolici sulla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia».
Naturalmente, a seguito dell’approvazione del documento sull’eucarestia, i media hanno raccolto molteplici dichiarazioni da parte dei prelati coinvolti nella votazione.
Tra coloro che più si sono distinti, come Monsignor Papriocki, nel ribadire che in taluni casi è giusto e doveroso negare la Comunione in relazione alla posizione pubblicato sull’aborto, registriamo le parole dell’Arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone, che a Cbs News ha dichiarato: «L’elezione del presidente Biden, un cattolico che va in chiesa, che prende anche posizioni che sono attacchi diretti, attacchi diretti alla vita umana, ha dato più slancio a questo». Per poi raccontare, entrando nel merito dello svolgimento dell’Assemblea, che «per la prima volta nella storia della nostra conferenza vescovile negli Stati Uniti, abbiamo iniziato la nostra assemblea generale con una mattinata di preghiera e riflessione. Questo ha fatto la differenza: il senso di unità di preghiera che ha pervaso tutto l’incontro segna l’inizio di un nuovo e riuscito sforzo di evangelizzare i cattolici e gli altri con la Buona notizia. Ogni Messa è un miracolo; Cristo è qui tra noi e vuole che ci uniamo a Lui, per essere insieme il Corpo di Cristo. Il vero lavoro dei vescovi inizia ora».
Credit foto in evidenza: Kevin Lamarque/Reuters
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