Ieri era una “fissazione” complottista, oggi è una “verità”? La “grande sostituzione” viene considerata “complottismo” da quelli che non vogliono sentire parlare d’immigrazione. Ma ora la copertura mediatica di un vasto studio di France Strategy sulla “segregazione residenziale in Francia” infrange questo tabù, mostrando la crescita galoppante della popolazione di origine extraeuropea sul territorio nazionale francese.
Niente di più ufficiale di France Strategy: istituzione legata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che «ha l’obiettivo di contribuire alla determinazione dei principali orientamenti per il futuro della Nazione e degli obiettivi di medio e lungo termine del suo sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale, nonché alla preparazione delle riforme», come si legge sul suo profilo Wikipedia. France Strategy fornisce dati, oltre al Primo Ministro, ad una moltitudine di Consigli statali di analisi e orientamento (Consiglio di analisi economica, Consiglio di orientamento per l’occupazione, pensioni, Consiglio superiore per il clima, ecc.).
Questo studio, pubblicato nel 2020, è una mappatura redatta su 55 “unità urbane” francesi con più di 100.000 abitanti. Questa cartografia è una dimostrazione lampante del vertiginoso spostamento demografico che si è verificato nell’ultimo mezzo secolo (1968-2017) in molte città e “aree urbane”, e non solo in Senna- Saint-Denis, ma nel 18° distretto di Parigi… come a Rennes o Limoges. Le popolazioni di origine immigrata hanno massicciamente sostituito i “nativi francesi”.
Ecco alcuni esempi, identificati da Causeur. Nel 2017, i bambini immigrati o nati da genitori immigrati non europei erano la maggioranza nella fascia di età 0-18 in oltre della metà dei comuni di Seine-Saint-Denis. A causa dei trasferimenti dei francesi “autoctoni” e dell’alto tasso di natalità delle popolazioni immigrate, la percentuale di figli di immigrati non europei è esplosa. Nel comune di Courneuve, questa percentuale è aumentata del 60% tra il 1990 e il 2017. A Pierrefitte-sur-Seine, nello stesso periodo, la percentuale di figli di immigrati non europei è più che raddoppiata fino a raggiungere il 102%. Non si tratta di un fenomeno circoscritto a Seine Saint-Denis: in alcuni distretti di Parigi, questi figli di immigrati rappresentano fino alla metà della popolazione nella fascia 0-18 anni: «50% nel XIX° distretto, 43% nel XVIII° distretto, 42 % nel 20 ° distretto, 41% nel 13° distretto”… una percentuale elevata anche in alcuni quartieri: a Clignancourt / Porte de Saint-Ouen (nel 18° distretto): il 72% dei giovani 0-18 anni proviene da genitori immigrati non europei».
Come si può vedere sul sito di France Strategy , lo stesso fenomeno “dinamico” può essere osservato su tutto il territorio nazionale. A Rennes, «i figli di genitori immigrati extraeuropei rappresentano ormai quasi un quarto (22,8%) dei giovani tra 0-18 anni. Tra il 1990 e il 2017, la percentuale di figli di genitori non europei è triplicata, passando dal 7,7% al 22,8%, con picchi esasperanti in alcuni quartieri (+ 355% a Villejean-Beauregard). A Limoges, una tranquilla cittadina di provincia che si potrebbe credere lontana dai flussi migratori, la percentuale di figli di immigrati è aumentata del 170% in meno di trent’anni. Oggi, (ci si riferisce al 2017) i figli di genitori immigrati non europei rappresentano in media più di un quarto (27,5%) dei giovani tra 0-18 anni e la percentuale sale fino al 61% in alcuni quartieri».
Tre osservazioni conclusive:
1) In primo luogo, queste statistiche riportate sopra non vanno oltre il 2017 e le percentuali che indicano sono aumentate negli ultimi 4 anni, a causa della continuazione dell’immigrazione (legale, 469.000 persone per il solo anno 2019, e illegale) e delle differenze di natalità tra “nativo” francese e background immigrato (2,73 figli in media per una donna immigrata, contro 1,9 per i nativi). Conseguenza: «Nel 2018, quasi un terzo dei bambini nati in Francia (31,4%) ha almeno un genitore nato all’estero».
2) In secondo luogo, Causeur richiama l’attenzione sul fatto che questi calcoli non includono la “terza generazione”, quella dei bambini nati da nonni immigrati extraeuropei… di cui sappiamo che l’integrazione e a maggior ragione l’assimilazione costituiscono un grave problema per l’intera nazione. Inoltre non includono, o solo molto parzialmente, gli immigrati clandestini…
3) Infine, tutto ciò sostiene l’urgente legalizzazione di uno strumento indispensabile per la demografia, le statistiche etniche “reali” praticate senza creare alcuno scandalo nel Regno Unito o negli Stati Uniti. (Fonte)
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