Il 25 agosto 2021, giorno di San Luigi, il principe Luigi di Borbone, duca d’Angiò, pretendente legittimista al trono di Francia, ha inviato un messaggio alla popolazione francese. Il 47enne è figlio del francese Alphonse de Bourbon e della spagnola Carmen Martínez-Bordiú y Franco. Al netto di ogni altra considerazione, la proponiamo ai lettori del Timone in una nostra traduzione di lavoro per il contenuto di riflessione che offre in merito al tempo presente e alla necessità di trovare «soluzioni durature» per una crisi che è «religiosa, sociale, giuridica, economica e filosofica»:
Caro francese,
sento sempre più l’espressione di una profonda preoccupazione per la nostra nazione, la nostra vita e i nostri problemi quotidiani, generati da una situazione di crisi, con radici profonde. Questa preoccupazione è in crescita, alimentata da un susseguirsi di eventi che il Paese sembra attraversare e che trovano soluzioni solo parziali e che interpellano la nostra società.
La crisi riguarda tutti i settori, colpendo maggiormente i più deboli. Questa crisi religiosa, sociale, giuridica, economica e filosofica, che colpisce molti francesi, richiede soluzioni durature ed eque.
La situazione dei più umili non migliora e resta la frattura dei territori. Questa è una fonte di ingiustizia e di esacerbazione delle divisioni tra tutti, come se la divisione e il confronto fossero i segni distintivi di una nuova società; mentre la concordia e l’unità sono i soli mezzi per trovare una soluzione di giustizia.
La crisi di fiducia è attualmente accentuata dal perdurare della crisi sanitaria e dalle sue conseguenze. Di fronte alla gravità della situazione, le soluzioni proposte sono tecniche, uniformi e rapide, basate su una sorta di certezza acquisita, implacabile e imprescindibile, contro la quale nessuno può esprimere le proprie preoccupazioni, anche se si sarebbe dovuto rispondere con trasparenza, senza il timore che il bene pubblico possa nascondere altri interessi.
Siamo tutti preoccupati per il futuro, con la sensazione, apparentemente sempre più condivisa, che la nostra società stia affrontando sfide fondamentali, non nuove, e i cui effetti sono più rapidi che in passato.
Questa sensazione è rafforzata dai pericoli, che tutti sentono, di una situazione internazionale sempre meno prevedibile, persino pericolosa. Sono crescenti i rischi di possibili conflitti che potrebbero minacciare il nostro Paese, la nostra società, il nostro modo di vivere e i nostri valori sociali e politici; la debolezza più grande è quella di non sapere cosa stai difendendo.
Di fronte a tutte queste domande, aumentano i dubbi. La cultura dell’oblio contribuisce anche allo sconvolgimento sociale. Infatti, la cultura, il sapere condiviso, il legame morale ed etico veicolato da un linguaggio comune è prima di tutto ciò che unisce e non ciò che oppone. Le azioni attuali sono assolutamente contrarie allo spirito di unità del corpo sociale difeso da secoli che ha permesso tanto successo e progresso alla nostra società.
Occorre quindi tornare ai fondamenti della società francese e della sua identità: giustizia, bene comune, sovranità, volontà di sacrificio, discernimento e pensiero critico, necessità di credere nella comunità e nella generosità con maggiore coesione sociale. Riferendosi a loro, le nostre istituzioni riscopriranno il loro scopo, quello di unificare la Francia e aiutarla a superare se stessa. Per uscire da questa fase negativa che la Francia ha già conosciuto e che ha sempre superato, si deve riscoprire il nostro spirito di coesione e l’attaccamento ai nostri valori affinché la Francia rimanga Francia.
Desidero quindi rendere omaggio a tutti coloro che agiscono e assumono il loro dovere di Stato, nonostante tutte le difficoltà che incontrano nella loro vita quotidiana.
Penso in particolare alle giovani coppie che si impegnano in questa direzione, sforzandosi di realizzare con entusiasmo, a costo di difficoltà spesso notevoli, il loro ruolo di trasmissione nei confronti dei figli.
Penso al personale sanitario, in questo momento così oberato di lavoro, che si confronta sempre di più con problemi etici che riguardano la vita, e che, da questo punto di vista, sta lavorando per resistere a pratiche innaturali, nella piena consapevolezza del proprio dovere.
Ma penso anche a tutti coloro, imprenditori, militari, professionisti vari che già operano, ciascuno al proprio posto, perché il nostro Paese possa affermarsi fiero di sé, preoccupato e attento a valorizzare tutto il patrimonio della sua storia per costruire il suo futuro.
Dobbiamo quindi sforzarci di ritrovarci uniti nell’interesse del successo, della generosità e della coesione sociale, sulla base dell’esperienza della Francia. Questo è ciò che possono insegnarci i nostri quindici secoli di civiltà. Questo è ciò che dobbiamo restituire come speranza a tutti noi.
Possa questo messaggio aiutarti e incoraggiarti ad andare avanti! Conserviamo la speranza di chi si impegna, lavora per il bene comune, rafforza la nostra comunità e i legami che ci uniscono per affrontare le difficoltà presenti.
Il ricordo di San Luigi, celebrato in questo giorno, e tutta la gloria della Francia ci aiutino a trovare modelli per il futuro, portando pace e giustizia a tutto il popolo francese.
Louis, Duc d’Anjou
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