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Ddl Zan, inizia l’atto finale, ma la partita è ancora aperta
NEWS 14 Luglio 2021    di Manuela Antonacci

Ddl Zan, inizia l’atto finale, ma la partita è ancora aperta

Da #renziciricorderemo a Renzi ago della bilancia è un attimo. Il leader di Italia Viva poteva affossare subito il testo e invece vota contro la pregiudiziale di costituzionalità presentata da FDI e Lega, 124 sì, 136 no, quattro astenuti. Il voto è palese e il pugno di voti che segna lo scarto racconta che col voto segreto la partita è aperta più che mai.

Ieri in aula è stata bagarre. Nel Governo la spaccatura è così profonda che sembra far crollare ogni volontà di dialogo, invocata, invece dal leader della Lega Salvini: «Se dai dieci articoli del Ddl Zan togliamo quello che divide non solo quest’aula ma il Paese, togliamo i bambini, togliamo l’educazione nelle scuole, lasciamo alla mamma e al papà il diritto di educare i loro bambini e togliamo un reato non interpretabile come l’omofobia, approviamo il senso profondo di questa legge». Il suo intervento si apre tuttavia con una lunga tirata “contro le discriminazioni” in cui ribadisce che «i gusti sessuali » non sono importanti e che «il diritto all’amore è sacro» Un colpo al cerchio e uno alla botte che termina con una sfida al Pd: «Quelli che si scrivono sulla mano Ddl Zan se non ascoltano gli altri raggiungeranno solo un obiettivo, quello di cancellare la legge dalla loro mano».

Dal canto suo, il fondatore di Italia Viva, Matteo Renzi, pur respingendo le pregiudiziali di costituzionalità e sottolineando che il ddl rimane in Aula, tuttavia, invita ad un accordo sugli stessi punti caldi indicati da Salvini, legati all’articolo 1, 4 e 7 e auspica di portare la discussione alla Camera entro 15 giorni.

Un clima rovente nel quale il senatore Alberto Balboni, Fratelli d’Italia, si è soffermato a sottolineare tutti i risvolti incostituzionali del disegno di legge in questione. Indicando, in particolare, l’art. 2 del ddl Zan che violerebbe l’art.21 della Costituzione perché non punirebbe solo la violenza e istigazione alla violenza ma anche l’istigazione alla discriminazione che in questa legge non è definita. Stesso pericolo viene intravisto nell’art.4 che non lascia liberi di affermare che ogni bambino ha diritto ad una mamma ed un papà, sottolinea il senatore e nasconde semplicemente l’intento di portare il gender nelle scuole. Fratelli d’Italia è l’unico partito fermo sul no netto al testo.

Esulta Alessandro Zan, dopo la bocciatura di quanto proposto dal centrodestra, mentre gli fa da eco la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi che sul suo profilo twitter cinguetta: «Voto sulle pregiudiziali dimostra che anche al Senato c’è una maggioranza che può tranquillamente approvare il ddl Zan. Avanti per estendere tutele e diritti delle persone». Come se le persone non fossero già tutelate. Speriamo che quello della Malpezzi non sia un presagio di quanto potrebbe effettivamente avvenire in un futuro, anche abbastanza prossimo. Ma la verità è che il Pd è spaccato internamente e col voto segreto la partita è ancora aperta.

Da segnalare che mentre ci si riempie la bocca della parola rispetto, la discussione è avvenuta in un clima fatto di insulti, urla e fischi, lamentato dalla stessa presidente del Senato Elisabetta Casellati “un clima da stadio”, lo ha definito. Oggi riprende la discussione e vediamo chi segna il prossimo goal e soprattutto, chi si aggiudica la partita.


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