Abraham Tagit Sorang ha 24 anni e vive nello stato dell’Arunachal Pradesh, nell’India sudorientale. Cresciuto in una famiglia povera e umile, di religione battista, ha frequentato però le scuole in un istituto cattolico gestito dai missionari clarettiani, fondati dal catalano Antonio Maria Claret, proclamato santo da Papa Pio XII nel 1950.
Fin dalla tenera età, Sorang Abraham è stato attratto dalla fede cattolica. Ha ricevuto il battesimo insieme a suo zio materno nella chiesa del Sacro Cuore, Naharlagun e giovanissimo si è unito al gruppo giovanile dei Salesiani gestito presso la Parrocchia di St. Mary, Itanagar. Era un chierichetto e serviva come segretario in parrocchia.
Nel 2016 entra a far parte dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori come aspirante e ha fa la sua promessa il 22 ottobre 2019 quando il Rettor Maggiore p. Ángel Fernández Artime visita l’Ispettoria salesiana di Dimapur, sempre India.
Fin dall’infanzia, Sorang Abraham si è sentito attratto dal Monte Everest per questo il direttore della scuola sportiva locale Sanglay Laden gli ha offerto l’opportunità di frequentare il corso di alpinismo di base presso l’Istituto nazionale di alpinismo. Nel marzo 2017 ha scalato il Monte Kangto, la vetta più alta del Arunachal Pradesh e nel novembre 2017 il Monte Chumo. Il 16 aprile 2018 ha scalato l’Island Peak dal campo base dell’Everest in Nepal. Il 31 luglio 2019 ha scalato il monte Kang Yetse nel Leh-Ladakh che ha un’altezza di 6215 metri.
L’Everest era però il suo un sogno lontano, ma non riusciva a raccogliere fondi sufficienti per far fronte alle spese di una spedizione. Nel 2021 il Dipartimento degli affari giovanili, governo dell’Arunachal Pradesh, ha offerto una sovvenzione di un milione di rupie per le spese, così ha colto l’occasione al volo, con l’aiuto di amici e sostenitori che hanno offerto i fondi mancanti. Lo scorso mese di maggio ha dunque raggiunto il Campo Base II in Nepal. Sono seguiti giorni di tempo inclemente e la maggior parte degli alpinisti ha perso la speranza ed è tornata nei propri paesi. Lo sherpa che guidava il gruppo voleva abbandonare del tutto la salita e tornare a casa perché sarebbe stato estremamente pericoloso intraprendere una salita in tali condizioni atmosferiche.
Abraham Tagit Sorang sapeva che un altro viaggio sarebbe stato impossibile per lui, così ha iniziato a pregare il Rosario chiedendo a Maria che gli desse un tempo atmosferico soleggiato. Il 29 maggio il tempo è migliorato e il 30 maggio hanno iniziato la salita in vetta, con arrivo il 31 maggio alle 8:45. Là, stando sulla vetta più alta della terra, ha resto grazie a Dio impegnandosi a dare la sua vita al Signore. Abraham sa che l’Everest non è la montagna più difficile da scalare. Il monte della santità è quello su cui ha posto gli occhi e si propone di realizzarlo attraverso il suo amorevole servizio ai giovani come Salesiano. (Fonte)
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