«Rabbia, il disprezzo e la violenza», così il primate di Francia ha definito il trattamento riservato a circa 300 cattolici, tra cui bambini e anziani, che hanno partecipato alla “Marcia dei Martiri”. La processione si è svolta sabato 29 maggio nella capitale francese in occasione del 150° anniversario della Comune di Parigi, un’insurrezione contro il governo francese. I suoi leader anticlericali di sinistra controllarono la città dal 18 marzo al 28 maggio 1871. Quando l’esercito francese represse la rivolta, i cittadini comuni giustiziarono i loro ostaggi, incluso l’allora arcivescovo di Parigi Georges Darboy.
La marcia è iniziata in Place de la Roquette, proprio dove fu giustiziato Darboy, e doveva concludersi presso la chiesa di Notre Dame des Otages, costruita proprio in onore di questi martiri uccisi nel maggio 1871. Tuttavia, a causa del violento scontro non si è potuta concludere. Mons. Aupetit ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che «ciò che noi predichiamo, un Dio d’amore, può suscitare tanto odio, tanta rabbia», per questo «c’è stata una dimostrazione di rabbia, disprezzo e violenza».
Secondo il settimanale cattolico francese Famille Chrétienne, i partecipanti alla processione hanno subito scherni e fischi prima dell’inizio della processione e, pochi minuti dopo aver iniziato il percorso previsto, un gruppo di 10 uomini ha aggredito fisicamente i partecipanti alla processione rompendo le bandiere che portavano e lanciando loro alcuni oggetti. Un video pubblicato sui social mostra la violenza di estrema sinistra che si riversa sui partecipanti.
In seguito, circa 50 persone violente hanno bloccato la processione nei pressi della chiesa di Notre Dame de la Croix de Ménilmontant. Gli organizzatori hanno quindi chiesto ai partecipanti alla processione di rifugiarsi nella chiesa, dove il Vescovo ausiliare di Parigi, Mons. Denis Jachiet, ha deciso di far terminare la processione per evitare ulteriori violenze. Secondo quanto riferito, due uomini anziani sono rimasti leggermente feriti, uno dei quali ha avuto bisogno di punti di sutura per un trauma cranico. L’organizzatore dell’evento ha dichiarato al quotidiano Le Figaro: «Abbiamo aspettato e pregato fino a quando la polizia non ci ha fatto uscire», e ha sottolineato che sia le madri che i bambini «erano in stato di shock».
Karine Dalle, portavoce dell’Arcidiocesi di Parigi, ha dichiarato che l’incidente è stato “surreale”, «violenza totalmente gratuita, è triste vedere come 150 anni dopo la Comune, alcune persone sfruttino una semplice commemorazione pacifica, soprattutto perché la manifestazione non aveva connotazioni politiche», ha assicurato. Anche il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha condannato l’attentato e attraverso il suo account Twitter ha assicurato che «a Parigi i cattolici sono stati aggrediti da individui violenti durante una processione. La libertà di culto va esercitata con totale serenità nel nostro Paese». (Fonte)
Sul sito dell’arcidiocesi di Parigi si legge: «I cristiani non si distinguono dagli altri uomini per paese, lingua o usanze. Trascorrono la loro vita sulla terra, ma sono cittadini del Cielo. Obbediscono alle leggi stabilite e il loro modo di vivere è più perfetto delle leggi. Amano tutti e tutti li perseguitano. Sono disprezzati, e in questo disprezzo trovano la loro gloria. Li insultiamo e loro benedicono». Queste parole dell’Epistola a Diogneto, alla fine del II secolo, in un contesto di persecuzione, potrebbero benissimo adattarsi ai martiri del Comune.
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