«L’insegnamento della nostra fede è chiaro: coloro che uccidono o aiutano a uccidere il bambino (anche se personalmente si oppongono all’aborto), coloro che fanno pressioni o incoraggiano la madre ad abortire, chi lo paga, chi fornisce assistenza alle organizzazioni per fornire aborti, o che sostengono candidati o la legislazione allo scopo di rendere l’aborto una “scelta” più facilmente disponibile, stanno tutti cooperando con un male molto grave». È uno dei passaggi più precisi della lettera pastorale pubblicata ieri dal vescovo di San Francisco, monsignor Salvatore Cordileone e intitolata “Prima di formarti nel grembo materno ti conoscevo”.
La lettera è «sulla dignità umana dei nascituri, della Santa Comunione e dei cattolici nella vita pubblica». Il riferimento è anche al dibattito acceso in corso negli Stati Uniti a proposito del “cattolico” Joe Biden, il neo presidente che appunto ha più volte dimostrato di essere politicamente a supporto della pratica dell’aborto in varie forme. E che regolarmente va a messa e partecipa alla comunione.
«È fondamentalmente una questione di integrità», scrive Cordileone, «ricevere il Santissimo Sacramento nella liturgia cattolica significa sposare pubblicamente la fede e gli insegnamenti morali della Chiesa cattolica e desiderare di vivere di conseguenza. Non siamo tutti all’altezza in vari modi, ma c’è una grande differenza tra lottare per vivere secondo gli insegnamenti della Chiesa e rifiutare quegli insegnamenti».
«La cooperazione formale e la cooperazione materiale immediata nel male non è mai moralmente giustificata», ha scritto Cordileone nella lettera diffusa nel giorno della festa di San Giuseppe. «Da decenni ormai la cultura occidentale nega la dura realtà dell’aborto. L’argomento è avvolto da sofismi dai suoi sostenitori e la discussione su di esso è vietata in molte sedi».
«Nel caso di personaggi pubblici che si identificano come cattolici e promuovono l’aborto, non si tratta di un peccato commesso nella debolezza umana o di un errore morale: si tratta di un rifiuto persistente, ostinato e pubblico dell’insegnamento cattolico», ha scritto in modo chiaro il vescovo di San Francisco.
«Il diritto alla vita è il fondamento di tutti gli altri diritti. Senza la protezione del diritto alla vita, nessun altro discorso sui diritti ha senso», ha detto, e la scienza è «chiara» su quando questa vita inizia. «[Una] nuova vita umana geneticamente distinta inizia al concepimento».
Per motivare la necessità che lo ha spinto a scrivere questa lettera Cordileone ha citato il profeta Ezechiele: «tengo sempre davanti a me le parole del profeta Ezechiele … tremo che se non sfido apertamente i cattolici sotto la mia cura pastorale che sostengono l’aborto, sia loro che io dovremo rispondere a Dio per sangue innocente».
L’arcivescovo di San Francisco ha concluso la lettera invitando tutti gli uomini di buona volontà a «lavorare per una società in cui ogni neonato sia ricevuto come un dono prezioso di Dio e accolto nella comunità umana».
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