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L’attualità di San José Sánchez del Río, il piccolo martire Cristero
NEWS 10 Febbraio 2021    di Redazione

L’attualità di San José Sánchez del Río, il piccolo martire Cristero

La cristiada è una pagina di storia dall’attualità imperitura, e il sangue dei suoi martiri parla ancora oggi, quando le stime dicono che nel mondo un cristiano su otto subisce discriminazioni o persecuzioni a motivo della sua fede.

San José Sánchez del Río è stato un giovane cristero messicano, ucciso da un ufficiale governativo a soli 14 anni per non aver rinnegato la propria fede cattolica. Dichiarato martire, è stato beatificato da papa Benedetto XVI il 20 novembre 2005, e successivamente canonizzato da papa Francesco il 16 ottobre 2016. Nato il 28 marzo 1913 a Sahuayo, Michoacán (Messico), nel 1926, quando le leggi anticlericali del governo di Plutarco Elías Calles indussero la Chiesa cattolica a sospendere il culto pubblico nel suo paese, José aveva solo 13 anni e 5 mesi.

A quel tempo, in risposta alla legislazione anticlericale che mirava a limitare la libertà religiosa, laici cattolici, sacerdoti e religiosi decisero di prendere le armi in difesa della fede e ricevettero il nome di Cristeros. Si stima che 250.000 persone abbiano perso la vita in quella guerra da entrambe le parti. “Joselito”, come è noto il piccolo cristero, chiese ai suoi genitori il permesso di arruolarsi come soldato del generale Prudencio Mendoza e difendere la causa di Cristo e della sua Chiesa. Sua madre cercò di dissuaderlo ma lui rispose: «Mamma, non è mai stato così facile guadagnare il paradiso come lo è ora, e non voglio perdermelo». Nel campo conquistò l’affetto dei suoi compagni. La sua gioia addolciva i momenti tristi dei Cristeros e tutti ammiravano la sua galanteria e il suo coraggio. Di notte guidava il santo rosario e incoraggiava le truppe a difendere la loro fede.

Il 5 febbraio 1928 si svolse un combattimento vicino a Cotija. Il cavallo del generale cadde morto per una pallottola, allora José scese di sella con agilità e disse: «Generale, ecco il mio cavallo, salva te stesso, anche se mi uccideranno. Io non ne ho bisogno» e gli diede il suo cavallo. In combattimento fu fatto prigioniero e condotto davanti al generale Callista che lo rimproverò per aver combattuto contro il governo e, vista la sua decisione e il suo coraggio, gli disse: «Sei un ragazzo coraggioso. Vieni con noi e farai meglio che con quei Cristeros». «Mai, mai! Meglio morto! Non voglio unirmi ai nemici di Cristo Re! Sono il vostro nemico! Sparami!». Il generale ordinò che fosse rinchiuso nella prigione di Cotija, in una cella buia e maleodorante. José chiese carta e inchiostro e scrisse una lettera a sua madre in cui diceva: «Cotija, 6 febbraio 1928. Mia cara madre: sono stato fatto prigioniero in combattimento. Penso che morirò, ma non importa. Mamma, rassegnati alla volontà di Dio. Non preoccuparti per la mia morte… fai la volontà di Dio, abbi coraggio e mandami la benedizione insieme a quella di mio padre…».

San José Sánchez del Río fu torturato e ucciso il 10 febbraio 1928, all’età di 14 anni, dai funzionari del governo di Calles perché si rifiutava di rinunciare alla sua fede. Le piante dei suoi piedi furono tagliate e fu condotto a piedi nudi alla sua tomba. Mentre camminava, José Luis pregava e gridava «Viva Cristo Re e la Vergine di Guadalupe!». Davanti alla sua tomba fu appeso a un albero e pugnalato. Uno dei carnefici gli chiese se volesse mandare un messaggio ai genitori. Il ragazzo rispose: «Lunga vita a Cristo Re e che ci vedremo in paradiso». A questa risposta, l’uomo gli sparò alla tempia uccidendolo. (Fonte) Quale giorno migliore di oggi per invocare la sua protezione?

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