III domenica del Tempo ordinario (Mc 1,14-20). Pubblichiamo l’omelia del cardinale Carlo Caffarra (1938-2017) tenuta a Villanova (Bo) il 25 gennaio 2015
di Carlo Caffarra
Il racconto evangelico di Marco inizia presentandoci una specie di riassunto di tutta la predicazione di Gesù. Riascoltate: «Gesù si recò nella Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: il tempo è compiuto ed il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo».
La predicazione di Gesù inizia annunciando un fatto, un evento che sta per accadere: «il regno di Dio è vicino». Che cosa significa “regno di Dio”? Che Dio stesso sta per compiere un gesto che porterà finalmente la salvezza definitiva all’uomo. Un gesto che cambia la condizione della persona umana.
Ma per essere coinvolti dentro questo evento, per prendere parte a questa definitiva possibilità di una nuova vita, sono richiesti alla persona umana due decisioni strettamente legate fra loro: “convertitevi e credete al Vangelo”.
E’ chiesto all’uomo di cambiare, di “convertirsi”; e di rischiare la propria vita su questa offerta di salvezza annunciata da Gesù: «credete al Vangelo». Cioè: “a ciò che vi sto dicendo”. E’ una rottura con le paure e le schiavitù del passato che Gesù chiede [«convertitevi»]; è un’apertura piena e fiduciosa alla possibilità offerta da Dio, di esistere in modo vero [«credete al Vangelo»].
Cari fratelli e sorelle, la proclamazione del testo evangelico non è fatta per informarci semplicemente su fatti accaduti nel passato. Quanto è scritto accade ora, fra noi.
Sorgono allora dentro di noi alcune domande, domande legittime. Almeno due: “ma questo intervento di Dio dentro alla nostra tribolata vicenda umana è veramente accaduto e quando? Se è accaduto, perché ancora tanta prepotenza, ingiustizia, dolore caratterizza i nostri giorni?”
Cari fedeli, inizio la risposta alla prima domanda partendo da una costatazione. Se noi confrontiamo la predicazione di Gesù quale ci è riferita dai vangeli con la predicazione degli Apostoli, vediamo che al centro di questa non sta più l’annuncio del Regno di Dio, ma la persona di Gesù, la sua morte e resurrezione.
L’intervento di Dio dentro la nostra tribolata vicenda umana è la persona di Gesù; è la sua morte e resurrezione. E’ questo che ha dato origine ad una “nuova creazione”; ha dato a chi crede la possibilità di vivere una vita vera, buona, giusta.
Ma – è la seconda domanda – guardando a ciò che ogni giorno accade, non sembra proprio che questo grande cambiamento sia accaduto. Vorrei ora dirvi qualcosa a cui vi prego di prestare molta attenzione.
La storia umana può essere paragonata ad un grande scontro fra due poteri, due regni: il potere, il regno del Signore risorto ed il potere, il regno del potere delle tenebre, del Satana. Al di sotto della cronaca, questo scontro è la vera trama della storia umana. E noi, ciascuno di noi che parte ha in questo scontro? Dipende dalla nostra libertà, la quale può decidere di “convertirsi e credere al Vangelo” oppure di stare dalla parte del potere delle tenebre. La parola di Dio che oggi ascoltiamo, ci fa prendere coscienza del grande dramma di cui ciascuno di noi è attore.
Nel nostro cammino quotidiano, perché non venga meno la speranza, la perseveranza, la pazienza, ogni domenica ci è data la possibilità di partecipare, celebrando l’Eucarestia, alla morte e risurrezione di Gesù. E così con la fede e la perseveranza possiamo entrare nel Regno di Dio, e con piena fiducia possiamo, osiamo dire: «Padre, venga il tuo Regno». Così sia. (fonte)
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