In un podcast del 18 gennaio con l’ex senatrice e candidata alla presidenza Hillary Clinton, la presidente della Camera Nancy Pelosi, ha affermato che il sostegno degli elettori pro-vita per l’ex presidente Donald Trump è una questione che «mi dà un grande dolore come cattolica. Penso che Donald Trump sia presidente a causa di questa questione», ha detto riferendosi all’aborto, sottintendendo che siano stati gli elettori pro-vita a portare Trump alla vittoria nel 2016. Ha aggiunto poi che questi elettori «erano disposti a buttare tutta la democrazia giù per il fiume per quell’unica questione». Giovedì, l’arcivescovo Cordileone ha risposto sull’aborto e sul voto.
«Nessun cattolico in buona coscienza può favorire l’aborto», ha detto Cordileone, arcivescovo di San Francisco, diocesi di origine della Pelosi, in una dichiarazione. «La nostra terra è intrisa del sangue degli innocenti e questo deve finire». Pelosi sostiene da tempo l’aborto nonostante la sua fede cattolica. Nel 2008, ha detto su Meet the Press della NBC riguardo a quando inizia la vita, «nel corso dei secoli, i dottori della chiesa non sono stati in grado di dare questa definizione». Ha aggiunto poi che la sua fede cattolica «non dovrebbe avere un impatto sul diritto di una donna di scegliere». L’arcivescovo Cordileone ha chiarito che «Nancy Pelosi non parla per la Chiesa cattolica. E sulla questione dell’uguale dignità della vita umana nel grembo materno, lei [Pelosi] parla anche in diretta contraddizione con un diritto umano fondamentale che l’insegnamento cattolico ha costantemente difeso per 2.000 anni».
L’arcivescovo ha aggiunto che l’uso da parte della Pelosi della frase “diritto di scegliere” in riferimento all’aborto «è una cortina di fumo per perpetuare un’intera industria che trae profitto da uno dei mali più atroci immaginabili». Nel 2010, il precedente arcivescovo di San Francisco – l’arcivescovo George Niederauer – ha definito il sostegno di Pelosi all’aborto «del tutto incompatibile con l’insegnamento cattolico». Cordileone ha poi spiegato che «Ci sono molte questioni di gravissima conseguenza morale che i cattolici devono valutare in buona coscienza quando votano».
L’arcivescovo ha anche sostenuto il suo confratello Jose Gomez – presidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti – che ha rilasciato una dichiarazione di congratulazioni al nuovo presidente Joe Biden, ma che ha anche sottolineato aree di disaccordo tra Biden e i vescovi. L’arcivescovo Gomez ha ribadito che porre fine all’aborto è la “priorità preminente” della conferenza episcopale a causa della sua minaccia per le famiglie e dell’enorme numero di vittime innocenti. Quanto espresso sull’aborto ha ricevuto opposizione anche all’interno della conferenza episcopale stessa, ad esempio dal cardinale Blasé Cupich di Chicago che ha rilasciato una feroce critica alle parole dell’arcivescovo Gomez. Cordileone giovedì ha ringraziato Gomez per aver ribadito la priorità della conferenza e ha aggiunto che solo perché l’aborto è una preoccupazione “preminente” non significa che sia l'”unica” preoccupazione della conferenza.
«Nel suo discorso inaugurale di ieri, il presidente Biden ha lanciato un commovente appello all’unità e alla guarigione», ha detto l’arcivescovo Cordileone, aggiungendo che le accuse di Pelosi contro i pro-vita «non erano il linguaggio dell’unità e della guarigione. Deve a questi elettori delle scuse. I cristiani hanno sempre capito che il comandamento “Non uccidere” si applica a tutta la vita, inclusa la vita nel grembo materno», ha aggiunto. «Papa Francesco conferma questo insegnamento immodificabile ». (Fonte)
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