Il 4 novembre, in piena emergenza e mentre il Paese è alle prese con una drammatica situazione sanitaria ed economica, alla Camera ha ricevuto una prima approvazione il testo sulla cosiddetta omotransfobia, come se fosse l’urgenza di questo momento storico.
Il testo è stato approvato nell’indifferenza di molti, ma a vegliare su quello che accade c’è il popolo di #restiamoliberi che la scorsa estata ha portato nelle piazze italiane oltre 10mila persone. Oggi la mobilitazione continua e si svolgerà nel cuore della zona rossa, a Milano. Le manifestazioni in forma statica e con il distanziamento continuano ad essere consentite dal Dpcm in vigore. In piazza dunque scenderanno i milanesi, i lombardi con autocertificazione, mentre non sarà consentito arrivare da fuori regione.
Nel comunicato gli organizzatori denunciano i rischi del testo «con il ddl Zan, dichiarare di essere contrari alla legge sulle cosiddette unioni civili o all’educazione gender nelle scuole o affermare – come la scienza insegna – che nessuna persona può realmente cambiare sesso, saranno considerate “affermazioni omofobe” e saranno quindi passibili di denuncia e relativa condanna. In gioco quindi c’è la libertà di espressione, ma soprattutto la possibilità di affermare pubblicamente la verità sull’autentica natura dell’uomo».
«Come da copione – scrivono ancora – l’iter di questo testo è sapientemente accompagnato dalla grancassa dei mass media, che negli ultimi mesi hanno riportato diversi episodi di presunta violenza classificandoli come “omofobi”. Oggi, senza il ddl Zan, episodi di violenza rischiano forse di restare impuniti? Certamente no! Già oggi, infatti, esistono tutti gli strumenti per intervenire: qualsiasi atto violento è punibile secondo il codice penale italiano. Giova ricordare che molti di questi avvenimenti si sono alla prova dei fatti rivelati inconsistenti: fake news strumentali».
Il comunicato si chiude con un multiplo appello: «Alla politica il popolo di #restiamoliberi chiede a gran voce di cestinare il ddl Zan, all’opposizione, chiediamo una presa di posizione netta e un NO compatto al momento del voto, alla maggioranza, chiediamo di fermarsi poiché la libertà di espressione non ha colore politico e riguarda tutti, al Presidente della Repubblica, chiediamo una vigilanza concreta, affinché non permetta l’approvazione di un testo che va contro la Costituzione.
A chiunque abbia a cuore la libertà nel nostro Paese chiediamo di alzarsi in piedi adesso, in piazza come nella vita. A chi si sente scoraggiato dalle circostanze, ricordiamo che non c’è legge positiva che possa cambiare la verità della natura umana e che questa prevarrà sempre»
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