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Polonia: dagli abortisti non solo vandalismo, ma malvagità
NEWS 6 Novembre 2020    di Redazione

Polonia: dagli abortisti non solo vandalismo, ma malvagità

«Violare la santità di una messa e sconvolgere le persone durante momenti di preghiera non può essere spiegato da nessun tipo di lotta per i diritti delle donne. Profanare la morte di eroi anticomunisti e vandalizzare le statue di Giovanni Paolo II non sono nemmeno atti di vandalismo, ma solo malvagità. «Tutti hanno il diritto di scendere in piazza e gridare le loro richieste. Noi sindacalisti lo abbiamo fatto molte volte, ma ogni libertà ha i suoi confini», così ha parlato Piotr Duda, l’attuale capo del sindacato Solidarnść.

Il confine di questa libertà è la libertà di un’altra persona e il suo diritto alle proprie convinzioni, la libertà di esprimere la propria fede e il rispetto per i simboli per loro importanti. Negli ultimi giorni, abbiamo osservato eventi che hanno definitivamente infranto questo confine dopo che si sono svolte le proteste a favore dell’aborto in seguito alla sentenza della Corte costituzionale polacca secondo cui l’aborto eugenetico era incostituzionale. Genitori e scuole hanno incoraggiato bambini e adolescenti a partecipare alle proteste in nome dei “diritti delle donne” in un momento in cui il sistema sanitario polacco sta raggiungendo il limite a causa della pandemia. Con le loro azioni mettono a rischio la vita delle persone.

Probabilmente è ovvio a tutti che il risultato di queste proteste potrebbe rivelarsi catastrofico per tutti. Un ulteriore aumento delle infezioni può portare alla rottura dell’intero servizio sanitario e questo porterà a un numero ancora maggiore di vittime. Questa realtà vale non solo per le persone infettate dal virus, ma anche per coloro che, a causa delle loro condizioni di salute, necessitano di assistenza medica immediata. Sono terrorizzato dagli entusiasti politici dell’opposizione che vedono la possibilità di tornare al potere nelle attuali proteste e non mostrano alcun rispetto per il costo della vita umana che le loro azioni comporteranno. Oggi non sentiamo alcuna richiesta da parte loro di imporre uno stato di emergenza, come avevano chiesto in passato quando pensavano che sarebbero stati favoriti politicamente.

È nell’interesse di tutti noi fermare la pandemia il più rapidamente possibile e garantire la sicurezza dei nostri cittadini. Non è nel nostro interesse riscaldare i conflitti sociali. La responsabilità e il peso dell’attuazione di importanti decisioni politiche per calmare la situazione ricade ora sulle spalle del governo. In questo settore, apprezzo la proposta del presidente Andrzej Duda, poiché si è dichiarato pronto a porre fine al conflitto in corso. (Fonte)


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