Il cardinale George Pell tornerà a Roma, probabilmente già domani, martedì. Sarà per la prima volta in Vaticano dal 2017, quando ha preso un congedo dal suo ruolo di prefetto del Segretariato vaticano per l’economia per recarsi in Australia a difendersi dall’accusa di abusi sessuali. Da quando è stato assolto dall’Alta corte australiana vive nella sua ex arcidiocesi di Sydney.
Nel 2014, il cardinale è stato nominato da Papa Francesco per prendere in carico la neonata Segreteria per l’Economia e per guidare gli sforzi per la riforma degli affari finanziari vaticani. Secondo diverse fonti, dopo gli ultimi fatti che hanno riguardato il cardinale Angelo Becciu, dimesso dal suo ruolo di prefetto alle Cause dei santi e dimesse anche le sue prerogative di cardinale, sarebbe stato lo stesso Francesco a convocare a Roma il cardinale Pell.
Dopo che la polizia del Victoria ha presentato le accuse di abuso sessuale, il cardinale Pell ha preso un congedo temporaneo dal suo ruolo nel 2017 per tornare in Australia e dimostrare la sua innocenza. Il cardinale Pell ha affrontato le insinuazioni di un singolo accusatore relative al suo periodo come vescovo di Melbourne. Ha trascorso quindi 13 mesi in isolamento dopo essere stato inizialmente condannato a sei anni di reclusione, il tutto prima di essere assolto in appello all’Alta Corte. Il mandato del cardinale Pell come capo della segreteria finanziaria del Vaticano è scaduto durante il suo periodo in prigione e Papa Francesco ha nominato il gesuita padre Juan Antonio Guerrero Alves nel 2019 per sostituirlo.
La notizia del ritorno del cardinale Pell a Roma arriva a pochi giorni dalle drammatiche dimissioni del cardinale Angelo Becciu, e il nesso apre molti scenari. Il cardinale Becciu aveva, infatti, lavorato come numero due nella Segreteria di Stato vaticana, dove si è scontrato ripetutamente proprio con il cardinale Pell per la riforma delle finanze vaticane.
Il cardinale australiano, che non aveva mai parlato pubblicamente del suo precedente ruolo in Vaticano dal suo esonero, ha risposto con gratitudine alla notizia delle dimissioni del cardinale Becciu. Il suo comunicato ha fatto il giro del mondo: «Il Santo Padre è stato eletto per ripulire le finanze vaticane. Gioca una partita lunga e deve essere ringraziato per i recenti sviluppi», ha scritto il cardinale Pell in una dichiarazione del 25 settembre. «Spero che la pulizia delle stalle continui sia in Vaticano che in Victoria [lo stato australiano di Victoria è quello dove Pell ritiene gli sia stata preparata la trappola giudiziaria]».
Secondo il Catholic news agency nel 2015 il cardinale Becciu sembrava aver tentato di mascherare i prestiti sui bilanci vaticani con una manovra contabile vietata dalle nuove politiche finanziarie approvate da Papa Francesco nel 2014. Il presunto tentativo di occultare i prestiti off-book è stato rilevato dalla Prefettura per l’Economia, guidata allora dal cardinale Pell. Alti funzionari della Prefettura per l’Economia hanno detto al Catholic news agency che quando il cardinale Pell ha iniziato a chiedere i dettagli dei prestiti, in particolare quelli che coinvolgono la banca svizzera Bsi, l’allora arcivescovo Becciu ha chiamato il cardinale alla Segreteria di Stato per un “rimprovero”.
Sempre nella ricostruzione del Catholic news agency, nel 2016, il cardinale Becciu sarebbe stato determinante per fermare le riforme avviate dal cardinale Pell. Sebbene Papa Francesco avesse conferito alla Prefettura per l’Economia l’autorità di controllo autonomo sulle finanze del Vaticano, il cardinale Becciu sarebbe intervenuto quando la segreteria finanziaria del cardinale Pell pianificò un audit esterno di tutti i dipartimenti del Vaticano, che sarebbe stato condotto dalla società PricewaterhouseCooper. Unilateralmente, e senza il permesso di Papa Francesco, il cardinale Becciu ha annullato l’audit e ha annunciato in una lettera a tutti i dipartimenti vaticani che non avrebbe avuto luogo. Quando il cardinale Pell ha contestato internamente l’annullamento dell’audit, il cardinale Becciu ha convinto papa Francesco a dare l’approvazione ex post facto della sua decisione, avrebbero affermato fonti interne alla prefettura. L’audit non ha mai avuto luogo.
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