Il presidente polacco Andrzej Duda ha fatto il suo primo viaggio ufficiale all’estero dopo la riconferma nel voto del luglio scorso ed è venuto a Roma per incontrare papa Francesco. È stato anche il primo presidente ricevuto dal Papa dall’inizio della pandemia.
Il sito web ufficiale del Presidente polacco riporta le dichiarazioni di Duda dopo l’incontro di venerdì con il Papa e il Segretario di stato cardinale Pietro Parolin. «Il Santo Padre», dichiara Duda, «ha sottolineato che negli ultimi anni abbiamo condotto una politica molto efficace per la famiglia. Mi ha ringraziato tantissimo per questo. Sono stato profondamente commosso da questi ringraziamenti. Ha menzionato tutti i programmi che abbiamo lanciato […]. Sono contento che il Santo Padre lo sappia, che la Santa sede lo sappia».
Sebbene non sia stato indicato con precisione quali programmi il Papa abbia menzionato, Duda nel 2016 ha lanciato un significativo aumento degli assegni famigliari con il progetto “Family 500+” che ha permesso di supportare oltre 2,6 milioni di famiglie, comprese 381.000 famiglie numerose. Si tratta di un sussidio esentasse di circa 120 euro al mese dal secondo figlio e per eventuali ulteriori figli fino al raggiungimento dei 18 anni (l’assegno è erogato anche al primo figlio con alcuni parametri di reddito). Nella “Carta per la famiglia” che il presidente ha firmato prima delle ultime elezioni si è impegnato, fra l’altro, ad opporsi al matrimonio e all’adozione tra persone dello stesso sesso e si impegna a «proteggere i bambini dall’ideologia Lgbt».
Duda ha poi sottolineato di aver parlato con il Santo Padre della pandemia da coronavirus e di avergli detto «che nei momenti difficili dovremmo stare insieme, dovremmo mostrare solidarietà». Con il cardinale Parolin ha detto di essere soffermato soprattutto sulle questioni di politica internazionale, in particolare della situazione in Bielorussia. «Il cardinale ha chiesto come lo percepiamo», ha detto Duda, «e anch’io ho chiesto quale fosse la posizione della Santa Sede. Fondamentalmente avevamo un’opinione comune che tutti coloro che vogliono una vera democrazia, che vogliono la libertà, che vogliono vivere in uno stato onesto dovrebbero essere sostenuti. Ma, naturalmente, la Bielorussia dovrebbe decidere da se stessa in elezioni libere ed eque».
Il comunicato della Sala stampa vaticano ha dato notizia dell’incontro dicendo che «i cordiali colloqui si sono svolti nel quadro del centenario della nascita di San Giovanni Paolo II e nel 40° anniversario della fondazione del Sindacato autonomo indipendente “Solidarność”. Sono stati trattati alcuni temi di mutuo interesse inerenti alla missione della Chiesa, tra cui la promozione della famiglia e l’educazione dei giovani. Infine, ci si è soffermati su alcune tematiche di carattere internazionale, quali l’emergenza sanitaria in corso, la situazione regionale e la sicurezza».
Dopo l’incontro con il papa, Duda ha assistito alla messa presso la tomba di san Giovanni Paolo II. «Il centenario della nascita di S. Giovanni Paolo II è un momento estremamente importante per la generazione di GPII», ha detto Duda, 48 anni. «Prima di tutto, ricordando ciò che il Santo Padre Giovanni Paolo II ci ha insegnato, ciò che ci ha detto del mondo, come ha percepito i nostri doveri di polacchi, di credenti».
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