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Michel Onfray: «Per questa sinistra se non sei produttivo sarai distrutto»
NEWS 20 Settembre 2020    di Redazione

Michel Onfray: «Per questa sinistra se non sei produttivo sarai distrutto»

«Quando hai trasformato le persone in oggetti, puoi acquistarle, noleggiarle, ripararle, trasformarle in parti». È la denuncia schietta del filosofo francese Michel Onfray, pronunciata a Sud Radio venerdì scorso. Un progetto, ha detto, «portato avanti da una certa sinistra».

Divenuto celebre per il Trattato di ateologia, Onfray è fondatore della rivista Front popolaire. Di fronte al problema di chi governa il mondo non esita a parlare di uno «stato profondo che non è nazionale, ma internazionale». Si tratta di persone, dice, che «non conosciamo veramente», ma avvertiamo una «propaganda per un grande mercato universale e planetario con l’orizzonte del transumanesimo».

È rimasto sconvolto dalla legge di bioetica approvata questa estate dall’Assemblea nazionale di Parigi, una legge che ha sollevato anche la forte contrarietà dei vescovi francesi. «La sinistra stima che a nove mesi di gravidanza un bambino possa essere estratto dal grembo materno per fargli un’iniezione letale, per ragioni di disagio psicosociale», ha dichiarato indignato Onfray. «In effetti, non ho molto a che fare con questa sinistra», ha concluso.

Non si può fare «una politica volta a distruggere ciò che non è produttivo» e per questo ha fatto l’esempio della pandemia Covid-19. «Consideriamo gli anziani, riusciamo ad ucciderli socialmente mettendoli in case di cura, poi li uccidiamo emotivamente dicendo loro che non vedranno i loro figli e nipoti se non da lontano». Insomma, «i bambini, gli anziani o anche i disabili non esistono», si rammarica dell’intellettuale.

C’è un’ideologia, conclude Onfray, che intende «farla finita con identità, nazioni e particolarità» e «quando avremo fabbricato un’Europa che ha divorato le nazioni, faremo una macchina ancora più grande con un governo planetario».

Pur restando un ateologo di professione Onfray riconosce, nel suo ultimo editoriale su Front populaire, che «La nostra società vuole libertà sfrenata, esige diritti senza doveri , esige una chimerica uguaglianza tra mele e pere, cani e gatti, giorno e notte. Si prende gioco della fratellanza che viene praticata solo in modo tribale, settario, tra clan – sono il fratello del mio unico simile, ma solo finché dura questo prurito emotivo. Questa neofraternità è quella degli “amici” su Facebook …».


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