Il ragazzo, identificato solo come “J” per motivi legali, è stato trovato impiccato nella sua camera da letto ad aprile. Ha subito una «grave lesione neurologica» a causa della mancanza di ossigeno al cervello e anche per un arresto cardiaco. Successivamente ha contratto il Covid-19 in ospedale. I medici del Birmingham Women’s and Children NHS Foundation Trust hanno chiesto all’Alta Corte di decidere quale linea di condotta fosse nel migliore interesse del ragazzo.
I genitori, che sono cristiani devoti, si sono opposti alla richiesta e hanno sottolineato che il trattamento dovrebbe continuare per dare al ragazzo una possibilità di riprendersi.
Ma il giudice Anthony Hayden, già noto per aver stabilito la morte come «best interest» nel caso di Alfie Evans, ha concordato con i medici che il trattamento «prolungava la sofferenza di J e non poteva salvargli la vita». Aggiungendo che la situazione è «un caso di tristezza quasi insopportabile», e che «c’è un completo consenso tra tutti i consulenti» sul fatto che continuare il trattamento non sarebbe nel migliore interesse del ragazzo. L’ultima scansione cerebrale di J, eseguita a luglio, ha mostrato «un netto deterioramento nei mesi in cui J è stato in ospedale».
Un avvocato della famiglia di J ha rilasciato una dichiarazione in cui chiedono che «venga concesso più tempo al figlio per «riprendersi». La decisione legale di interrompere il trattamento è stata presa dal tribunale e la famiglia continuerà a pregare Dio per un miracolo».
Hayden è un giudice dell’Alta Corte d’Inghilterra e del Galles, promotore delle istanze LGBT in diversi contesti e membro di associazioni legali che difendono gli interessi delle realtà omosessualiste,inotre è noto per aver stabilito la morte come «best interest» nel caso di Alfie Evans. (Fonte)
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