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Frate Egidio: «Molti faticano per il corpo e pochi per l’anima»
NEWS 31 Agosto 2020    di Lorenzo Bertocchi

Frate Egidio: «Molti faticano per il corpo e pochi per l’anima»

«Tra poche parole è così difficile nascondersi come tra pochi alberi», diceva Nicolas Gomez Davila, vero maestro di frasi secche, diritte e dense. È raro incontrare persone di poche parole, eppure se ne avverte un gran bisogno.

Nelle contrade di Assisi ho avuto modo di incrociare un personaggio di questo tipo, è frate Egidio, meglio sarebbe dire il beato Egidio, il terzo compagno di san Francesco. Ha un fisico temprato dall’aver condotto buoi e aratro, al punto che del suo amico Francesco diceva che se «fosse stato forte come sono io il mondo intero non avrebbe sicuramente potuto tener dietro al suo ardore».

Probabilmente non ha mai preso in mano la penna e sugli “studiati” mostra le sue perplessità, perché, ha detto, «a volte noi vogliamo sapere molte cose utili agli altri, ma poche di quelle profittevoli a noi stessi».

Frate Egidio, cosa dobbiamo fare con questo flagello del Covid?

«Se il Signore facesse piovere pietre e sassi dall’alto, non ci farebbe danno, se fossimo come dovremmo essere. Se l’uomo fosse quale dovrebbe, il male gli si cambierebbe in bene. A qual modo che all’uomo di cattiva volontà lo stesso bene si volge in male, così all’uomo di buona volontà il male si muta in bene. Perché tutti i grandi beni e i grandi mali stanno nell’uomo, dove non si possono scorgere».

E come dovrebbe essere l’uomo?

«Trovo molti che faticano per il corpo e pochi per l’anima. Tanti lavorano da spaccapietre e cavatori e in altri duri mestieri. Ma per la propria anima chi si affatica a quel modo con tanto sforzo e ardore? Beato chi ricaverà bene per lo spirito da tutto ciò che gli capita di vedere, sentire, sapere».

Ma cosa bisogna fare per conoscere ciò che è più utile all’anima?

«Prima di tutto se vuoi sapere molto, molto devi operare, e cerca di piegare molto la testa e di abbassarti fino a terra».

E poi?

«La più alta sapienza sta nel compiere opere buone, nel custodire se stesso e nel meditare i giudizi di Dio».

Ma, caro Egidio, Dio non è molto alla moda oggi…

«Il timore santo di Dio caccia ogni timore cattivo e custodisce quei beni che la parola non sa dire e la mente non sa pensare. Grandissima grazia è possederlo».

Molti non credono perché, dicono, c’è il problema del male e della sofferenza…

«Se uno fosse vissuto dal principio del mondo fino ad oggi e in tutto questo tempo avesse sostenuto continue avversità, ma ora andasse a ricevere la pienezza di tutti i beni, di che danno gli sarebbe tutto il male che ha patito?».

Un ultima parola, qual è il problema del nostro tempo?

«Il banchetto è preparato, ma nessuno accetta l’invito».

Le risposte di questa intervista immaginaria sono tratte da Beato Egidio di Assisi, I detti, Edizioni Porziuncola 2017, pag. 140, € 12


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