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Chiara Corbella Petrillo, vita semper vincit
NEWS 14 Giugno 2020    di Redazione

Chiara Corbella Petrillo, vita semper vincit

Chiara Corbella muore alle 12.00 del 13 giugno 2012, sono passati otto anni. Vestita da sposa, con in mano il rosario e un piccolo mazzo di lavanda, Chiara nasceva al Cielo in un modo che supera le logiche solo umane di chi vede in lei solo una mamma che muore di tumore lasciando soli il marito Enrico e il figlio Francesco. Dal 21 settembre 2018 la Chiesa ha aperto la fase diocesana della sua causa di beatificazione.

Chiara e Enrico si erano sposati il 21 settembre 2008. La prima gravidanza è segnata da una grave malformazione alla piccola, cui verrà dato il nome di Maria Grazia Letizia. La gravidanza viene comunque portata avanti e la bambina nasce il 10 giugno 2009, muore dopo poco più di mezz’ora. Qualche mese dopo Chiara è nuovamente incinta. A questo bambino, cui verrà dato il nome di Davide Giovanni, viene però diagnosticata una grave malformazione viscerale alle pelvi con assenza degli arti inferiori. Anche lui morirà poco dopo essere nato, il 24 giugno 2010.

Il terzo figlio della coppia, Francesco, è completamente sano. La gravidanza arriva poco dopo la nascita al Cielo di Davide Giovanni. Una settimana dopo aver scoperto di essere incinta, Chiara si accorge però di una lesione alla lingua. Col fondato sospetto che si tratti di un tumore, il 16 marzo 2011 Chiara affronta durante la gravidanza la prima delle due fasi di un intervento per asportare la massa sulla lingua. Per la seconda fase, occorrerà aspettare che Francesco sia nato. Accertato che si tratta di un carcinoma alla lingua, Chiara sceglie di rimandare le cure per non far male al bambino che porta in grembo.

Pubblichiamo di seguito la lettera che Chiara ha scritto per il figlio Davide Giovanni (fonte sito web ufficiale) e una famosa video testimonianza di Chiara tenuta alla parrocchia romana di Santa Francesca all’Ardeatino il 19 novembre 2009.

CHI È DAVIDE?

Un piccolo che ha ricevuto in dono da Dio un ruolo tanto grande… quello di abbattere i grandi Golia che sono dentro di abbattere il nostro potere di genitori di decidere su di lui e per lui, ci ha dimostrato che lui cresceva ed era così perché Dio aveva bisogno di lui così; ha abbattuto il nostro “diritto” a desiderare un figlio che fosse per noi, perché lui era solo per Dio;

ha abbattuto il desiderio di chi pretendeva che fosse il figlio della consolazione, colui che ci avrebbe fatto dimenticare il dolore di Maria Grazia Letizia; ha abbattuto la fiducia nella statistica di chi diceva che ave- vamo le stesse probabilità di chiunque altro di avere un figlio sano;

ha smascherato la fede magica di chi crede di conoscere Dio e poi gli chiede di fare il dispensatore di cioccolatini;

ha dimostrato che Dio i miracoli li fa, ma non con le nostre logiche limitate perché Dio è qualcosa di più dei nostri desideri (ha abbattuto l’ idea di quelli che non cercano in Dio la salvezza dell’anima, ma solo quella del corpo; di tutti quelli che chiedono a Dio una vita felice e semplice che non assomiglia affatto alla via della croce che ci ha lasciato Gesù).

Davide così piccolo si è scagliato con forza contro i nostri idoli e ha gridato con forza in faccia a chi non voleva vedere, ha costretto tanti a correre ai ripari per non riconoscere di essere stati sconfitti.

Io invece ringrazio Dio di essere stata sconfitta dal piccolo Davide, ringrazio Dio che il Golia che era dentro di me ora è finalmente morto, grazie a Davide; nessuno è riuscito a convincermi che quello che ci stava capitando era una disgrazia, che derivava, dal fatto che ci eravamo allontanati da Dio forse anche solo inconsciamente. Ringrazio Dio perché il mio Golia è finalmente morto ei miei occhi sono liberi di guardare oltre e seguire Dio senza aver paura di essere quella che sono.

Chiara, 12 marzo 2010


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