Dal 26 maggio le parrocchie del Minnesota (Usa) riprenderanno le messe pubbliche. Così hanno deciso i vescovi dello Stato andando per la loro strada dopo che il governatore Tim Walz, con un’ordinanza del 13 maggio, aveva programmato la riapertura di bar e ristoranti, ma per i servizi religiosi aveva limitato a un massimo di 10 persone senza dare alcuna data per aprire veramente i luoghi di culto.
«Pertanto», hanno scritto i vescovi in una lettera, «abbiamo scelto di andare avanti in assenza di un calendario specifico stabilito dal Governatore Walz e dalla sua Amministrazione. Non possiamo permettere una sospensione indefinita della celebrazione pubblica della Messa».
L’apertura avverrà con una presenza di fedeli che non superi il 33% della capacità della costruzione e se le parrocchie seguono rigorosi protocolli sanitari e liturgici progettati in collaborazione con esperti di sanità pubblica. «Siamo in grado di riprendere in sicurezza le Messe pubbliche», hanno scritto i vescovi, «in conformità sia con i nostri doveri religiosi sia con gli standard di salute e sicurezza pubblica».
I cattolici «dipendono davvero dall’Eucaristia per superare le sfide della loro vita», ha detto ai giornalisti l’arcivescovo Bernard Hebda il 21 maggio. «Ricevere l’Eucaristia è estremamente importante», ha aggiunto. «Non possiamo avere l’opportunità della comunione vivendo in streaming».
«Ovviamente, parte della nostra fede è che vogliamo rispettare sempre l’autorità civile legittima, quindi questo è uno dei motivi per cui abbiamo davvero cercato di contattare il governo e la sua amministrazione per spiegare i bisogni della nostra Chiesa», ma avendo ricevuto come risposta il rimando a data da destinarsi di una vera riapertura delle messe con popolo si è deciso di procedere comunque.
Venerdì il presidente Donald Trump in una conferenza stampa alla Casa Bianca è intervenuto dicendo che desidera che i luoghi di culto siano aperti «ora». «Alcuni governatori», ha detto Trump, «hanno ritenuto essenziali i negozi di liquori e le cliniche per gli aborti», ma non le chiese, ha detto. «Non è giusto. Quindi sto correggendo questa ingiustizia e definendo essenziali i luoghi di culto».
Potrebbe interessarti anche