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Matteo Farina, il giovane per cui scienza e fede conducono all’unica Verità
NEWS 7 Maggio 2020    di Redazione

Matteo Farina, il giovane per cui scienza e fede conducono all’unica Verità

Sono cinque i nuovi Venerabili della Chiesa di cui il Papa ha riconosciuto le virtù eroiche con i Decreti promulgati ieri dalla Congregazione per le Cause dei Santi. Il più giovane è Matteo Farina, un diciottenne italiano morto per malattia dopo una esemplare vita di fede cristiana.

Matteo nasce ad Avellino il 19 settembre del 1990, vive a Brindisi, e scompare, prematuramente, il 24 aprile 2009, a quasi 19 anni, dopo aver affrontato con una incredibile forza d’animo e profonda spiritualità le atroci sofferenze causate da un tumore al cervello.
I primi sintomi della malattia affiorarono nel settembre del 2003 provocati da un tumore cerebrale. Il primo intervento viene effettuato nel gennaio del 2005. Nel 2007 la seconda operazione, seguita da altre seguenti dovute alla comparsa di recidive. Durante i diversi ricoveri in clinica ed in ospedale, quasi dimentico di se stesso, pregava per gli altri ammalati portando conforto e trasmettendo loro tutta la dolcezza dell’amore divino. Il calvario fatto di dolori fisici e tormenti non ha mai scalfito la sua gioia di vivere. La storia d’amore con Serena, che gli è stata vicino negli ultimi anni della sua vita e che definirà «il dono più bello che il Signore potesse dargli», vivendo con lei una relazione di amore puro, fondata sui principi cristiani.

 

Riportiamo un estratto dalle sue “riflessioni”, consultabili qui:

«Conoscere il creato vuol dire conoscere il creatore. In quest’ottica quindi scienza e fede non hanno più bisogno di essere ben distinte perché opposte. Entrambe hanno un unico obiettivo, perseguibile anche insieme: la ricerca della VERITA’. Ed è per questo che desidero nella mia vita sforzarmi il più possibile nel conoscere ciò che mi circonda, facendo uso di tutti i mezzi a mia disposizione (sia quelli detti “scientifici” che quelli ritenuti appartenenti alla sfera del “soprannaturale”, come tutte quelle sensazioni che a volte proviamo, ma che molti definiscono solo come “suggestioni”). Non si tratta di dire “o credo, o non credo”, ma solo di non stancarsi mai di cercare».


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