“Il Governo non sta minimamente guardando alla crisi sociale causata dall’epidemia in ottica familiare. In Italia ci sono 12 milioni di famiglie con 8,4 milioni di figli a carico in età scolastica: se le scuole restano chiuse, chi terrà i minori? Non si può dire ai genitori di tornare a lavorare senza alternative, né ai nonni – i soggetti più a rischio contagio – di occuparsene.
I genitori devono poter lavorare, a stipendio pieno, senza abbandonare i figli per strada, e per questo servono subito misure concrete:
1) assegno di 200 euro mensili per ogni figlio 0-15 anni, indipendenti dal reddito, per le spese causate dalla chiusura delle scuole (babysitting, dotazioni tecnologiche per didattica a distanza, intrattenimento estivo, etc);
2) estendere fino a fine anno scolastico la possibilità di fruire del congedo parentale straordinario con indennità all’80% della retribuzione dei genitori (e affidatari) costretti a non lavorare per accudire a casa i minori fino a 12 anni;
3) inserire in forma stabile nella task force del MIUR per la riapertura i rappresentanti dei genitori;
4) consentire l’accesso ai parchi con precedenza per le famiglie con bambini, che hanno più bisogno psicofisico di muoversi all’aria aperta.
Lo afferma Massimo Gandolfini, portavoce dell’Associazione Family Day, in riferimento alle misure allo studio del Governo per la ‘Fase 2’ prevista nelle prossime settimane. Misure che allo stato Gandolfini giudica “totalmente prive di prospettiva familiare”.
“Non può esistere una Fase 2 per i lavoratori e, come ha dichiarato il Presidente dell’ISS Brusaferro, una Fase 2 per alunni e studenti ‘in un secondo momento’: le due cose vanno insieme o non vanno da nessuna parte. Il Governo – continua Gandolfini – ha nominato 15 task force con 450 consulenti speciali: nessuna si occupa nello specifico coordinare le varie misure in chiave familiare. Come si fa a non capire che il lavoratore che potrà tornare al lavoro e l’alunno la cui scuola elementare resta chiusa altri non sono che il genitore e il figlio di una stessa famiglia?
“Sulla scuola sono urgenti misure specifiche per le scuole paritarie, che secondo la legge svolgono un servizio pubblico: sono in crisi drammatica e l’intero settore rischia il fallimento. Stiamo parlando di oltre 800,000 alunni e studenti e 180,000 lavoratori. Se il ramo delle paritarie si spezza, crolla sul tetto della scuola pubblica e il sistema intero va in frantumi: lo Stato deve farsi carico del buco causato dalla sospensione del pagamento delle rette, anche per non sacrificare il fondamentale pluralismo educativo sancito dalla Costituzione e realizzato dalle paritarie”.
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