Di Tom Hoppes – The Gregorian Institute
L’arcivescovo Joseph Naumann ha corretto pubblicamente la falsa affermazione di un legislatore statale sull’insegnamento della Chiesa riguardo l’aborto. Quest anno la Camera del Kansas ha rigettato in modo restrittivo un emendamento costituzionale che avrebbe affermato che non vi è alcun diritto all’aborto nella costituzione dello stato. Naumann, che è anche leader del comitato per la vita dei vescovi statunitensi, ha citato le parole di Pat Pettey, senatrice cattolica della sua arcidiocesi, che ha difeso il suo voto per annullare l’emendamento affermando: “Queste misure sono una violazione dei principi che insegna la mia fede cattolica, vale a dire la priorità della coscienza, l’importanza della giustizia sociale e il rispetto della libertà religiosa”.
“Purtroppo, la dichiarazione del senatore Pettey è irta di molteplici errori nella logica e nell’insegnamento cattolico”, ha scritto l’arcivescovo Naumann. “Invocando la sua fede cattolica come ragione per il suo voto contrario all’emendamento, la senatrice ha effettivamente creato un problema morale ancora più grave per se stessa. Il senatore non solo ha applicato erroneamente l’insegnamento morale cattolico con il suo voto, ma in realtà sta cercando di confondere le altre persone sull’insegnamento della Chiesa”. Il vescovo, citando le parole della senatrice che invocano “la priorità della coscienza”, ha riportato il Catechismo della Chiesa Cattolica chiedendo la corretta formazione della coscienza: “L’educazione alla coscienza è indispensabile per gli esseri umani che sono sottoposti a influenze negative e tentati dal peccato di preferire il proprio giudizio e di rifiutare insegnamenti autorevoli” (1783). In risposta all’altra citazione della Pettey sull’importanza della giustizia sociale, Naumann cita ancora il Catechismo dicendo che “la vita umana deve essere rispettata e protetta assolutamente dal momento del concepimento;” ( 2270 ) e “Il diritto inalienabile alla vita di ogni innocente individuo umano è un elemento costitutivo di una società civile e della sua legislazione” ( 2273 ). “Purtroppo”, ha proseguito il vescovo, “il senatore non sembra capire che il diritto alla vita sia uno dei principi fondamentali dell’insegnamento della giustizia sociale della Chiesa”.
Per rispondere alla dichiarazione che il suo voto equivaleva al “rispetto della libertà religiosa”, monsignor Naumann ha menzionato l’incontro con Papa Francesco del 16 gennaio scorso, insieme ai vescovi del Kansas e del Missouri. Francesco, ha detto, “ci ha ricordato che la protezione della vita del nascituro è innanzitutto una questione di diritti umani, non religiosa”. In precedenza l’arcivescovo Naumann ha rivelato altre informazioni sul suo incontro con Francesco, dicendo che il Papa pone due domande ai sostenitori dell’aborto: “È mai giusto uccidere un bambino per risolvere un problema?” e “È mai giusto assumere qualcuno per uccidere un bambino per risolvere un problema?” Ha detto che il Papa ritiene che queste domande “chiariscano ciò che è veramente in gioco con ogni singolo aborto”.
“Non è necessario avere alcuna credenza religiosa per sapere che è gravemente sbagliato togliere la vita a un altro essere umano”, ha scritto Naumann. Per concludere, l’arcivescovo Naumann, risponde alla tesi del senatore, secondo cui la decisione a favore della corte “protegge il diritto di ogni cittadino del Kansas all’autonomia personale”. “La corte certamente non ha protetto l’autonomia del nascituro”, ha detto. “Accanto al bambino, le donne sono anch’esse vittime dell’aborto. Nel nostro ministero post-aborto vediamo la devastazione subita dalle donne, che sono state spesso costrette ad abortire dal padre del bambino.”
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