Com’è la Messa vista del Cielo? Che cosa accadrebbe se fossimo in grado di abbattere le volte delle chiese, bucare lo strato di azzurro che sta sopra di noi e potessimo arrivare proprio lassù, dove nell’empireo Dio sta assiso in trono col suo Figlio e gli angeli cantano in coro la sua gloria? Accadrebbe che vedremmo quella che è la vita eterna e i nostri occhi sarebbero finalmente spalancati sulla nostra vera vita.
Un video che sta diventando virale negli Stati Uniti prova a spiegare questo concetto e soprattutto a far comprendere il significato della Santa Messa con un linguaggio plastico e d’effetto. Si chiama il Velo rimosso (The veil removed) ed è un’emozionante esperienza di una Messa molto speciale, nella quale ad un certo punto fanno capolino gli angeli e il crocifisso diventa il centro di tutta l’azione che si sta svolgendo.
Frutto di un lavoro certosino di un gruppo di cattolici dell’Iowa, The veil removed è un progetto di sacerdoti e semplici fedeli di West Des Moines che sono partiti da un bisogno e un’ambizione: il bisogno di vivere la Santa Messa in maniera perfetta e l’ambizione di poter trasmettere a tutti il vero significato di essa. Purtroppo, oggi, vuoi per il minimalismo teologico che viviamo che ci fa abbassare la testa di fronte al mistero allontanando Dio, vuoi per la crisi della liturgia, che ha allontanato dalla nostra mente lo stupore del sacro, viviamo le Messe come un appuntamento mondano e terreno, dimenticandoci che invece sono il punto di incontro tra la terra e il Cielo. A questo si aggiunga la sciatteria del celebrante e la distrazione del fedele che fanno precipitare la Messa nell’anonimato più completo.
Ebbene: nel video, appena sette minuti, che meritano di essere visti in religioso raccoglimento, questo concetto è descritto in maniera efficace, anche se un po’ enfatizzato come è costume degli entusiastici americani, che dovendo lottare con le sette protestanti, che fanno del miracolistico la loro cifra, devono per certi versi attrezzarsi.
Comunque. Lo short film inizia con una Messa feriale alla quale partecipano poche persone. Ognuna delle quali porta dentro di sé i piccoli drammi, le solitudini e gli affetti della propria esistenza. Dopo la proclamazione del Vangelo e l’omelia, ecco che dal fondo del tempio fanno capolino due angeli che accompagnano una coppia intenta alla processione offertoriale. I presenti se ne accorgono pian piano e aguzzano la vista.
Poco dopo, al Sanctus, gli angeli accanto al sacerdote diventano una decina, tutti schierati dietro di lui. E quando arriva il momento della consacrazione, i fedeli sono tutti in lacrime, mentre l’ostia si eleva dalle braccia del prete (diventato un Gesù un po’ superstar, momento pacchiano made Usa) fino a toccare i piedi del crocifisso sui quali scorrono rivoli di sangue che vanno a depositarsi nel calice.
Sopra l’altare, si apre il Cielo e si vedono schiere di angeli e santi che vanno e vengono verso un cielo che si fa dorato. Sembra di risentire il passaggio del Canone in cui si prega l’angelo santo perché porti questa offerta di fronte al trono di Dio. Ma il video è un concentrato di teologia della Messa davvero impeccabile. A cominciare dal crocifisso che pende sulla testa del prete e diventa il vero punto d’orientamento della scena, per continuare con la netta sensazione di sentirsi di fronte a quel preludio della vita futura dove tutto è un donare. Tutto il bello della messa è rispettato: a cominciare dal suo aspetto sacrificale, con l’unione del passato che rivive (la crocefissione) e il futuro (un Cielo dove Cristo è già assiso e ci viene a prendere da dove saremo).
Il video catechizza, certo, ma ammonisce anche. E’ la riprova che la liturgia non è il luogo di battaglia di chi con saccenza pensa di poter disporre del sacro a piacimento, cambiando e modificando arbitrariamente la Messa secondo i propri desiderata. Ma anche la riprova semmai ce ne fosse bisogno che la Messa è esperienza reale e non un qualche cosa da capire o peggio ancora di cui appropriarsi con pretese terrene sociologiche o, peggio ancora, vedi certe preghiere dei fedeli o certe omelie, politiche.
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