Squadra che vince non si cambia, e format che vince ancor meno. Soprattutto se vincere significa far pregare duemila persone in una delle chiese più grandi della capitale, San Paolo Fuori le Mura. Il conto alle rovescia è ormai partito per il secondo capitolo generale del Monastero wi fi che si svolgerà sabato 19 ottobre a Roma. La chiamata arriva ancora una volta dalla scrittrice e giornalista Costanza Miriano che nel suo Si Salvi Chi Vuole, edito da Sonzogno, ha descritto il monaco dei tempi moderni, cercatore di Dio nella vita quotidiana, mentre lavora, mentre si prende cura dei figli, studia, è nel traffico, corre, cucina, viaggia. Insieme alle sue “consorelle 2.0” – le audaci amiche che per prime hanno creduto in questa impresa – ha dato vita a questo secondo appuntamento.
La ricetta del secondo Capitolo – sulla scia del primo – è la stessa che ha nutrito generazioni di santi, strutturata sui pilastri della nostra vita di fede: Messa, adorazione eucaristica, Rosario, catechesi. Anche questa volta duemila persone si preparano ad andare a Roma senza l’input di associazioni, parrocchie, vescovi e senza alcuna agevolazione, a costo di non pochi sacrifici, per respirare quel “centuplo quaggiù” e per incontrare altri “monaci wi fi”, cercatori di Dio che vivono nel mondo senza essere del mondo. Chi non potrà muoversi potrà, ça va sans dire, collegarsi alla Rete, così faranno anche i detenuti di alcune carceri italiane, perché quella spirituale è l’unica vera comunione che non conosce barriere. Chi pensa di non poter partecipare perché fatica a pagarsi il viaggio si iscriva lo stesso, perché la Provvidenza si è servita di molte persone generose che hanno messo a disposizione del denaro a chi non può. Senza che venisse richiesto. Probabilmente, ne avanzerà come a gennaio, quando diecimila euro sono stati raccolti e poi donati alla Chiesa.
Il capitolo generale avrà come tema la Parola di Dio, che è il primo dei cinque pilastri proposti in Si Salvi Chi Vuole. La prima catechesi sarà dell’oratoriano padre Maurizio Botta, sulla Parola che nasce, la Parola come seme. Poi sarà la volta della Parola che cresce e trasforma la vita, con l’agostiniana suor Fulvia Sieni. Poi la Parola che muore, perché è Cristo il Verbo di Dio: toccherà a don Vincent Nagle, sacerdote della Fraternità San Carlo. Alle 11.45 sarà il momento della Messa celebrata da don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni del vicariato di Roma. Dopo il pranzo, rigorosamente al sacco, e il Rosario sarà la volta di padre Antonio Sicari, carmelitano, che parlerà della Parola ascoltata, quindi dell’ascolto fatto carne dai santi, soffermandosi su diversi di loro, in particolare su Madeleine Delbrêl, quindi la Parola scrutata, con don Pierangelo Pedretti, segretario del Vicariato di Roma e infine la “Parola adorata”, con don Antonello Iapicca, missionario neocatecumenale in Giappone.
«Oggi più che mai, abbiamo bisogno di costruire una vita spirituale seria, responsabile, che a volte aiuti anche i pastori a essere sempre più se stessi – ha spiegato sul suo blog Costanza Miriano – per questo credo sempre più che la via, almeno per me, sia quella del monachesimo, cioè di un lavoro di cesello sulle parole, sulla preghiera, sull’impegno quotidiano, per rimanere in Cristo, in modo che lui non sia mai di troppo, qualunque cosa facciamo». (per iscriversi vedi QUI)
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