Alexandre Del Valle (nella foto a sinistra) è politologo, saggista e giornalista francese di origini italiane, specialista di geopolitica e di Medio Oriente. Personaggio noto non solo in Francia, ma in tutto l’Occidente. È un autore che non ha timore di andare controcorrente. Il Timone lo ha incontrato per discutere del grande ricatto del pensiero imposto dai discepoli del politicamente corretto per imbavagliare chi denuncia la realtà dell’islamizzazione, del mondialismo e del complesso occidentale.
Del Valle ma che cos’è la depressione collettiva di cui soffre l’Occidente?
«Oggi l’Occidente odia se stesso, ha smesso di combattere perché ha mortificato ogni forma di speranza e non smettendo di criticarsi, demonizza la sua storia, la sua civiltà, la sua fede. È questa la patologia sociale mortale – la «depressione collettiva» – di cui è affetto e che, attraverso la colpevolizzazione, ha prodotto un’ideologia di depressione in funzione etno-masochista. Da questo punto di vista i nostri peggiori nemici non sono l’islam, il marxismo, le forze mondialiste oppure la Cina, ma il nostro senso di colpa che ci spinge a non difenderci contro…
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