Un’altra testimonianza per la serie “Mogli cattoliche tradizionali cercasi, modello 2019”. Perché oltre al ferro da stiro c’è di più… E tu cosa intendi per “moglie cattolica tradizionale”? Scrivi a redazionetimone@gmail.com (no perditempo, massimo 3.000 battute spazi compresi)
Leggevo a mio marito le lettere delle “mogli cattoliche tradizionali”, commentandole ad alta voce, quando lui, sprofondato nel divano, mi ha detto “scrivi anche tu”.
“Ma io non sono una brava moglie cattolica,figurati! Sono casinista, piena di paure, ex femminista ribelle, altro che tradizionale!”.
“Lo sei, lo sei, non ti illudere”.
Forse ha ragione lui, quel bigotto di uomo che mi sono sposata, lui che è riuscito a vedere “oltre” e mi ha aiutata a scoprire la vera, tradizionalissima “me”. Arrivo da un percorso tortuoso, iniziato quando persi mio padre due giorni prima del mio esame di maturità, quando chiesi “perché?” al parroco, quando la sua risposta mi fece giurare che non avrei mai più creduto in Dio, quando le “donne cattoliche” mi sembravano tante beghine disprezzabili. Poi ho incontrato mio marito e la sua fede dolce e decisa, ho ritrovato Lui e quel Padre che tanto mi mancava, e pian piano ho scoperto che quella tanto disprezzata figura femminile rappresentava invece perfettamente ciò che io desideravo essere nel profondo del cuore, la piena realizzazione del mio essere donna.
Ed eccomi qua, Mogliecattolicatradizionale, con il Rosario in borsa, sottomessa al marito e fiera di esserlo! Amo mio marito, anche se a volte non lo sopporto. Amo mia figlia, che con i suoi 2 anni mi insegna a guardare il mondo con occhi puri e meravigliati. Amo inginocchiarmi accanto a lei per pregare, anche se Maria è diventata “piena di grazie”, i peccatori si sono trasformati in “pescatori”, e Tippy il coniglio sparisce sempre nel bel mezzo delle preghiere. Amo prendermi cura di loro, anche se mi innervosisco, anche se a volte vorrei un premio, altro che gratuità e dono. Amo il mio lavoro, anche se a volte mi pesa. Amo casa nostra, anche se a volte mi scoccia curarla. Amo programmare, organizzare, controllare, anche se mi lascio prendere dall’ansia e divento insopportabilmente ossessiva.
Ecco, essere una moglie cattolica sta tutto in quel “anche se”: sapere che sono imperfetta, piccola, peccatrice, piena di paure e di ombre, ma che non sono sola, perché ho dalla mia parte la luce che rischiara ogni buio. Quando sbaglio, quando cado, quando ho paura, quando mi perdo, so che mi basta fermarmi, respirare, chiudere gli occhi e rivolgermi a Lui, o prendere in mano il Rosario e chiedere aiuto a Lei…e all’improvviso il cielo si rischiara, la stanchezza svanisce, i fantasmi interiori scappano via. Mi ricordo che non sono sola, che con me c’è Lui, sempre. Mi ricordo le Grazie che ho ricevuto nel mio tortuoso cammino, l’esperienza di rinascita e di vita nuova che ho vissuto da quando ho accettato di abbandonarmi a Lui, e so che se mi affido a Lui, sarà Lui stesso ad indicarmi la strada.
Essere una donna cattolica tradizionale non è un “cappio”, come dicono certe mie “amiche”, anzi!! È un privilegio, perché la Fede è un dono immenso, e poterla vivere e testimoniare quotidianamente, con le persone che ami, rende la vita di una bellezza indescrivibile!
Francesca
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