Perché oltre al ferro da stiro c’è di più… E tu cosa intendi per “moglie cattolica tradizionale”? Scrivi a redazionetimone@gmail.com (no perditempo, massimo 3.000 battute spazi compresi)
Fino a 4 anni fa ero Giulietta versione 1.0, agli occhi del mondo una ragazza di successo: gli studi alla Bocconi, la vita da giovane dirigente a Milano di una importante multinazionale, tanti viaggi intorno al mondo. Mai sopra le righe (niente alcool,droga,fumo) ma comunque una vita secondo la scuola “work hard – play hard”, quindi bei vestiti, vacanze in posti da sogno, una casa di design curata da un fedele ragazzo filippino, aperitivi notturni a Brera (che tanto anche se esci dall’ufficio alle 21 non importa, perché a casa non c’e’ nessuno che ti aspetta e i tuoi amici escono dopo di te). La Fede per me era già una certezza, ma ero una cattolica tiepida, bastava la Messa della domenica.
Poi ho cambiato tutto e il perché si riassume in 3 parole: Matteo a Medjugorje.
Ero già stata a Medju altre due volte, la prima per curiosità e la seconda per ringraziare di aver riavuto mio padre, ingiustamente incarcerato per mesi. Avevo sentito la presenza viva della Madonna, ma non avevo capito la magnitudine di quel luogo.
Io e Matteo ci siamo conosciuti in un freddissimo pellegrinaggio a capodanno ed è stato il classico colpo di fulmine: dopo 2 settimane lui aveva l’anello di fidanzamento, ma l’ha tenuto in tasca per un anno perché continuava ad uscire la Giulietta 1.0 che era in me. Poi si è deciso e gli ho detto sì inginocchiata ai piedi della Madonna della Guardia: ero impietrita, non perché avessi dubbi su noi due, ma perché avevo capito il peso delle conseguenze che quel si’ avrebbe avuto sulla mia vita.
Per lui ho apparentemente rinunciato a tutto, ma in realtà ho guadagnato infinitamente di più. In 3 anni ci siamo sposati, abbiamo avuto 2 splendidi bambini, costruito una bella casa a Genova (che non cambierei per nessuna città al mondo) e io ho iniziato un nuovo lavoro che per me è una sfida fantastica. Ora corro a casa la sera e mando via la tata anzitempo per potermi godere da sola la mia famiglia. Ora ho scoperto che mi diverte cucinare e che in ogni lavoro casalingo c’è un gesto d’amore. Ora ho amici come Giulia e Marco, Elena e Fabrizio, Giulia e Massimiliano, con cui non parlo solo del più e del meno, ma cerco di costruire un rapporto solido, che guarda al futuro, non solo per noi ma anche per i nostri figli, perché vedo in loro esempi a cui guardare come sposi e genitori.
Come Giulietta 2.0 mi sento una donna molto più felice e completa della versione precedente. Ho fatto tanti salti nel buio, ma mi sono affidata a Gesù e Maria, che come sempre hanno pensato a tutto.
Da mio marito ho imparato che Dio va sempre al primo posto, che si comincia da subito a seminare insieme, attraverso un fidanzamento cristiano, che anche solo pochi minuti di preghiera quotidiana insieme rendono più forti, perché sono il momento in cui ringraziamo per quello che abbiamo e chiediamo quello che Gesù sa già essere al centro del nostro cuore.
Ho capito che è bello fare dei sacrifici quando si crede davvero che serviranno a qualcosa di più grande. Ho capito che la mia vocazione è fare la mamma e che questo non significa buttare via tutto quanto realizzato finora: perché anche quando mi sembra di fare tutto io e di non avere un minuto solo per me nel corso della giornata, capisco subito che offrendo la mia stanchezza al Cielo avrò molto di più e che non mi servono libertà e relax, perché la mia famiglia mi dà molto, molto di più. Ho capito che vivendo in grazia di Dio, seguendo la mia strada di moglie e mamma, aperta alla vita sempre e comunque e pronta a dare la mia testimonianza senza paura, il Signore mi ricompenserà di certo, in questa vita passeggera o nella prossima.
Giulietta Grillo
Potrebbe interessarti anche