Oggi, sabato 17 agosto, alle ore 22:00 avrà luogo la prima messa nera nella storia del Canada. Accadrà ad Ottawa, in 93 Murray Street, presso The Koven, un locale heavy metal dove il rito sarà celebrato con la «benedizione» di Nicholas Marc, coordinatore nazionale del Tempio di Satana che in questi giorni ha provveduto alla vendita di decine di biglietti a 20 dollari l’uno per quanti fossero interessati a presenziare all’evento. Un evento, ha assicurato Marc, che non vedrà l’uso – anzi l’abuso – di ostie consacrate, anche se avverrà con il ricorso a «usi e simboli nonché testi in latino» in pieno stile satanista, ossia con il sistematico rovesciamento e quindi l’irrisione di una santa messa, con tutto ciò spacciato come «espressione di libertà personale».
Ora, poteva forse la Chiesa ignorare una simile, macabra manifestazione? Certo che poteva. In nome di un certo politicamente corretto ultimamente in voga anche nel clero, si sarebbe infatti potuto liquidare l’evento del Koven come una innocua ancorché un po’ cupa carnevalata. Fortunatamente, però, monsignor Terrence Thomas Prendergast, 75 anni, arcivescovo metropolita di Ottawa, non la pensa così. Al contrario, ritiene l’evento di stanotte spiritualmente molto pericoloso. Per questo ha invitato a tutti i suoi sacerdoti una lettera in cui li esorta «personalmente» a pregare in risposta al rito blasfemo che avrà luogo nelle prossime ore. Un invito esplicito, quello di monsignor Prendergast, così esplicito da non passare inascoltato.
Al numero 93 di Murray Street, infatti, stasera si troveranno almeno quattro sacerdoti a guidare il gruppo di fedeli che si ritroverà a pregare mentre all’interno di The Koven si celebrerà la messa nera. «Saremo lì per pregare, per intercedere e per dare un segno visibile della presenza della Chiesa», ha spiegato uno di questi sacerdoti. Lo stesso arcivescovo, per dare il buon esempio, stamattina celebrerà a sua volta una santa messa in una chiesa parrocchiale «in riparazione di quanto avverrà sabato sera». Davanti al rito satanico in programma nelle prossime ore, insomma, la comunità cattolica di Ottawa non sta a guardare. Anzi, si è organizzata al meglio per dare una risposta di fede e di amore quale certamente è una risposta fatta di preghiera.
E’ anche vero che, a prescindere da quanto si è deciso di organizzare a livello di arcidiocesi, diversi fedeli si erano già mobilitati sia denunciando quanto accadrà in Murray Street sia promuovendo apposite petizioni volte per l’appunto a non far passare sotto silenzio un evento grave quale la prima messa nera nella storia del Canada. Tuttavia è decisamente positivo che, come si diceva, siano i pastori – in tempi in cui purtroppo non è affatto scontato che ciò ancora accada – a promuovere una mobilitazione verso un evento estremamente maligno, che però ha il merito, se così si può dire, di far capire che esiste ancora una Chiesa capace di reagire contro le peggiori insidie spirituali.
Come già ammoniva il poeta Charles Pierre Baudelaire (1821–1867) infatti «il capolavoro del diavolo è aver convinto tutti che non esiste». Una convinzione fuorviante alla quale purtroppo anche molti credenti, in questi decenni, hanno sistematicamente abboccato. Ma ciò non pare, grazie al cielo, essere avvenuto ad Ottawa, dove c’è ancora un gregge che, come si diceva, davanti a un messa nera ha ancora il coraggio di alzare la testa – pardon il rosario. E questa – pur nel male della cronaca che riferisce di un imminente rito satanico – è, dopotutto, una buona notizia.
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