«Vincent Lambert è morto questa mattina, dopo nove giorni e nove notti di agonia, privato di alimentazione e idratazione. Pensieri e preghiere per lui e la sua famiglia». Il messaggio è stato pubblicato attorno alle 9 di stamattina sulla pagina ufficiale di Facebook Je soutiens Vincent Lambert. Ieri sera, alla commossa e partecipata veglia davanti a Saint Sulpice, a Parigi, i genitori avevano dichiarato: «Vincent non ha sedazione profonda. L’abbiamo sentito gemere più volte. Ne abbiamo il cuore restituito. Vincent non è un affare, è una persona. “Finalmente la fine” hanno titolato alcuni mezzi di comunicazione. Vergogna alla Francia che ha così poca considerazione per i più piccoli, i più deboli. Siamo orgogliosi di aver difeso il nostro caro Vincent fino alla fine»
E la notizia della “fine” è rimbalzata sui siti dei principali siti italiani in pochi minuti, tutti hanno praticamente titolato nello stesso modo. L’Ansa: «Francia, è morto Vincent Lambert», sottotitolo: «Dopo otto giorni di sospensione cure e alimentazione, si è spento l’uomo tetraplegico da oltre 10 anni. E’ stato il simbolo nel paese della battaglia per il fine vita». Sulla stessa linea il Corriere: «Francia, morto Vincent Lambert: simbolo della battaglia per il fine vita», idem Repubblica: «Morto Vincent Lambert, emblema del dibattito sul fine vita». E La Stampa: «È morto Vincent Lambert, simbolo della lotta sul “fine vita” in Francia». I principali siti di informazione del nostro Paese, che in questi nove giorni di agonia e negli ultimi 11 anni hanno de facto ignorato la vicenda di Vincent Lambert, oggi che è morto, improvvisamente, gli dedicano uno spazio nell’home page. Tutti definendolo “il simbolo della battaglia sul fine vita”, perché per loro questo è.
La sua agonia “serve” alla causa dell’eutanasia. Ovviamente nessuno lo scrive, bisogna arrivarci confondendo le idee e spingendo sull’emotività. Infatti, tutti in coro – Ansa, Corriere, Repubblica e La Stampa – scrivono che Vincent Lambert era in «stato vegetativo», menzogna necessaria per preparare il terreno alla legalizzazione de iure dell’eutanasia nel nostro Paese. Ecco perché oggi, dopo anni, mesi e settimane di silenzio colpevole, tutti parleranno della morte di Vincent Lambert, serve un altro caso pietoso che tocchi l’opinione pubblica, serve un “simbolo” che porti ad accettare, anzi quasi a chiedere una legge che consenta la “dolce morte” anche nel nostro Paese. Peccato che di dolce, questa morte, non abbia nulla: questa morte è amara e atroce.
Vincent Lambert sale al Cielo nel giorno del Patrono d’Europa. San Benedetto non abbandoni questo continente che uccide i suoi figli innocenti e doni a chi ancora crede che la vita sia sacra la forza di non abituarsi al male e di non cedere all’odio nei confronti di chi si macchia di questo orrendo delitto. Commentando a caldo la notizia, il segretario generale dei vescovi francesi, Thierry Magnin, ha ricordato «la grandezza della vita umana, quali che siano le sue condizioni. Una grandezza che va decisamente al di là di tutte le argomentazioni a favore o contro la scelta che i medici e la giustizia hanno fatto per metter fine a questa vita». Vincent Lambert vive nella gloria di Dio e le porte degli inferi non prevarranno.
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