«Quello che è successo domenica scorsa [21 aprile] è una grande tragedia, un insulto per l’umanità». Con queste parole si è aperta l’omelia del cardinale Malcom Ranjit, arcivescovo di Colombo, durante la Messa celebrata ieri in diretta televisiva, una settimana dopo gli attentati suicidi che in Sri Lanka hanno causato la morte di oltre 250 persone.
Con una misura straordinaria, mai vista prima sull’isola, ieri tutte le chiese cattoliche dello Sri Lanka sono state chiuse, dopo gli avvertimenti dell’intelligence locale e dell’ambasciata americana che hanno rilevato il pericolo concreto di altri terroristi a piede libero e con esplosivo a disposizione. I raid della polizia si sono concentrati in particolare nell’est dello Sri Lanka (Ampara), roccaforte del gruppo islamista Tawheed Jamaat. In un raid avvenuto venerdì vi sono state 15 vittime tra cui anche famigliari di Mohamed Hashim Zahran, presunta mente degli attentati di domenica scorsa.
«Oggi, durante questa Messa», ha detto Ranjit, «prestiamo attenzione alla tragedia di domenica scorsa e proviamo a capirla. Preghiamo che coloro che hanno perso la vita quel giorno abbiano la vita eterna attraverso il Signore e coloro che sono stati feriti siano presto guariti. Allo stesso modo, preghiamo affinché in questo paese ci sia pace e coesistenza e comprensione reciproca senza divisione».
In segno di unità hanno partecipato alla celebrazione della Messa il presidente Maithripala Sirisena, il primo ministro Ranil Wickremesinghe e l’ex presidente Mahinda Rajapaksa.
«Non si può uccidere in nome di Dio», ha ricordato il cardinale. «Stendiamo la nostra mano in segno di amicizia e fraternità a tutti i nostri fratelli e sorelle di qualsiasi classe, società o religione». I fedeli hanno seguito la Messa davanti alla televisione pregando e inginocchiandosi, molti di loro si sono radunati anche davanti alla chiesa di Sant’Antonio a Colombo, una di quelle esplose la settimana scorsa. Hanno cantato e acceso candele di fronte a un imponente schieramento di forze armate che presidiavano la zona.
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