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Matrimonio e vita vanno difesi anche “a rischio di persecuzione”. Parola di vescovo
NEWS 27 Aprile 2019    di Ermes Dovico

Matrimonio e vita vanno difesi anche “a rischio di persecuzione”. Parola di vescovo

Nei tempi in cui viviamo, carichi di ideologie che attaccano le colonne stesse della Creazione, i cristiani sono chiamati a difendere il matrimonio e la vita, fin dal suo concepimento, anche a costo di subire persecuzioni. A richiamare i fedeli alla loro vocazione battesimale è il vescovo di Phoenix, Thomas Olmsted, che il martedì dell’Ottava di Pasqua ha tenuto un potente discorso alla National Catholic Prayer Breakfast di Washington, il raduno annuale cui partecipano leader laici e religiosi del mondo cattolico, ricordando innanzitutto che «il primo dovere e vero privilegio di chiunque voglia servire il Signore è essere un fedele testimone della Sua gloriosa Croce e Risurrezione», nella consapevolezza che «la missione della Chiesa dipende dalla fedeltà di Gesù Cristo vivente».

All’evento, nato nel 2004 in risposta alla chiamata di Giovanni Paolo II a una nuova evangelizzazione, Olmsted ha citato le famose parole pronunciate dal santo polacco nell’omelia del 7 ottobre 1979 al Capitol Mall («Ci alzeremo in piedi ogni volta che la vita umana è minacciata…») e ricordato gli inizi del proprio ministero sacerdotale. «Per la Provvidenza di Dio, sono stato ordinato sacerdote nello stesso anno della Roe contro Wade [1973, ndr]. Durante tutta la mia vita e il mio ministero, camminando nell’ombra oscura proiettata dalla famigerata sentenza della Corte Suprema, Cristo mi ha convocato per sollevare la verità proclamata dal Concilio Vaticano II che l’aborto è un “abominevole delitto” (Gaudium et Spes, 51). È mio dovere pastorale testimoniare il Vangelo della vita, e pregare e lavorare per una restaurata protezione nella legge del più vulnerabile tra noi».

Il vescovo di Phoenix ha fatto presente che «lo scandalo della Croce e Risurrezione di Gesù è legato alla Sua corporeità», attraverso cui il Figlio di Dio ha condiviso la nostra umanità. Non per nulla, quindi, «al centro di molte eresie c’è la corporeità», dai primi secoli del cristianesimo a oggi. «Questo include l’attuale eresia, che è incarnata (un gioco di parole) nella rivoluzione sessuale e ora nella sua versione radicalizzata, l’ideologia gender, come la chiama papa Francesco».

Il rifiuto della sapienza creatrice di Dio ha conseguenze dirette sulla nostra vita. «Ogni rifiuto della corporeità prenderà di mira immediatamente due realtà bellissime ma impegnative e a volte scomode: il matrimonio e il bambino». La realtà del matrimonio come unione indissolubile tra uomo e donna si è trovata a scontrarsi nei secoli – ha rammentato Olmsted – con i piani di personalità e gruppi eretici come gli gnostici, i manichei, gli albigesi, re Enrico VIII, Lutero, e nel mondo di oggi «il matrimonio si trova sulla via dell’ideologia gender». Da qui il compito di ciascun battezzato: «Noi cristiani dobbiamo difendere oggi questa realtà del matrimonio nelle nostre case e nella pubblica piazza, nonostante il concreto rischio di persecuzione».

C’è poi da affrontare l’attacco sempre più spudorato alla vita nascente, come dimostra «l’infervorata opposizione al Born-alive abortion survivors protection Act», cioè la norma proposta dai repubblicani per rafforzare e garantire la necessaria assistenza medica ai neonati sopravvissuti all’aborto e che i democratici, ormai orientati a consentire l’infanticidio, hanno ripetutamente respinto. «Questo sfacciato disprezzo per la vita di un bambino» proviene «da un cuore indurito». Perciò, ha detto il vescovo di Phoenix, «Cristo ci chiama a difendere ogni bambino e, dove ogni cuore umano è stato pronto a ricevere la nuova vita, a permettergli di espandere i nostri cuori per ricevere quel bambino».

Olmsted, che ha ricordato la portata profetica dell’Humanae Vitae di san Paolo VI e chiesto preghiere «per noi, vostri pastori», è sicuro che confidando in Dio i fedeli di oggi possono riuscire a diffondere Cristo nei cuori, perché «siamo stati fatti per un tempo come questo. Dio ci ha destinati a queste circostanze storiche. Possiamo essere pronti, ogni giorno, a dire con Isaia: Eccomi, Signore, manda me».


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