I vescovi francesi si mettono metaforicamente la talare gialla e scendono in campo a favore del movimento dei gilet gialli. L’agenzia italiana Sir ha intervistato il vescovo di Marsiglia mons. Georges Pontier in scadenza di secondo mandato alla guida dei prelati d’oltralpe riuniti a Lourdes per il rinnovo della carica. E la posizione di Pontier di fronte al fenomeno che sta mettendo a ferro e fuoco la Francia, e in grave difficoltà il presidente Emanuel Macron, non sembra affatto tenero nei confronti dell’establishment transaplino.
«Ascoltare il grido dei più poveri. È solo mettendosi in ascolto dei poveri che riusciremo a ridare fiducia alla gente. Ciò che stiamo vivendo non solo in Francia ma anche in Europa, è una crisi di fiducia e la fiducia si guarisce se chi è al potere si prendere cura di tutti, e soprattutto di chi lancia gridi di dolore», è l’esordio dell’intervista rilasciata a Maria Chiara Biagioni.
Ma Pontier dice anche molto altro. Ad esempio che si percepisce un sentimento di «di grandi ineguaglianze tra ricchi e poveri che ci sono nel nostro Paese». Infatti in Francia, ma questo vale anche per molti altri paesi europei, Italia compresa, ci sono persone che pur ricevendo uno stipendio regolare, fanno fatica a vivere o hanno una pensione così bassa che non riescono a sopravvivere, e tra l’altro viene schiacciata dalle tasse. Ecco dunque perché è nato il fenomeno: «In Francia ci sono interi territori lasciati completamente in abbandono, zone urbane o rurali, in cui mancano servizi primari come le poste, gli ospedali, i presidi sanitari per la maternità».
Tutto questo «ha prodotto la perdita di fiducia non solo nei responsabili politici ma anche nei sindacati, in tutti quei corpi intermediari» e in definitiva l’esplodere della violenza. Di fronte ai saccheggi e ai roghi di questi giorni, il vescovo condanna senz’altro gli eccessi e gli estremismi, ma ha riconosciuto che l’esasperazione scatenante merita un filo di comprensione: «C’è stato tutto un movimento che è partito dalla base e non da organismi istituzionalizzati che si è via via costituito per manifestare e dare voce alla stanchezza della gente, per esprimere la rivolta – ha spiegato al Sir -. Ciò che è stato fortemente mediatizzato all’esterno è stata la violenza che ha accompagnato queste manifestazioni dei gilet gialli. Violenza che non è assolutamente condivisa né espressa dalle persone che erano all’origine della protesta e che è opera di gruppi di estrema sinistra ed estrema destra che si sono uniti alle manifestazioni per prendersela con lo Stato (sono degli anarchici), con i ricchi, i poliziotti».
In realtà – ha puntualizzato – i gilet gialli sono scesi per strada per manifestare la loro rivolta contro le ingiustizie, contro le ineguaglianze sociali del nostro Paese». E’ per questo che la posizione della Chiesa nei confronti dei gilet gialli è di ascolto: «Creiamo gruppi di dibattito perché i cittadini si possano dare degli strumenti, in rispetto alle diversità degli approcci, per arrivare ad un consensus comune sulle proposte e sulle soluzioni a questa crisi che stiamo attraversando».
Ma il malcontento Pontier lo vede anche in Europa, un’Europa lontana dai cittadini e che non rispetta le minoranze e i deboli. Non sarà richiesta di sovranità questa, ma poco ci manca…
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