La famiglia naturale è il nucleo fondante della società, anche se oggigiorno affermarlo è quasi un atto rivoluzionario. Non solo in seno alla famiglia una nuova vita trova il terreno più adatto per sbocciare e crescere in maniera armonica, ma la struttura familiare stabile ha anche importanti ripercussioni a livello sociologico ed economico.
Soffermandosi nello specifico su quest’ultimo punto, di così grande interesse vista la crisi economica attuale e i dati demografici sempre più allarmanti, è da poco stato dato alle stampe il libro Unequal Family Lives, edito dalla Cambridge University Press e frutto di più mani, nel quale viene analizzata l’associazione tra la struttura familiare e la crescita economica globale.
Più stabilità, più crescita
Innanzitutto i ricercatori spezzano una lancia in favore della stabilità propria del legame coniugale, in quanto è su questa base che le coppie riescono a «prendere decisioni nel tempo e che massimizzano la prosperità economica della loro unità familiare. Le persone sposate stabilmente hanno incentivi per investire nel loro matrimonio e per beneficiare di specializzazioni ed economie di scala; inoltre, queste famiglie tendono a guadagnare e a risparmiare di più dei loro coetanei che sono single o divorziati».
La famiglia, che non deve fare i conti solamente con l’oggi, ha infatti nelle sue corde uno sguardo a lunga gittata (si pensi, banalmente, ai mutui spesso trentennali per l’acquisto della prima casa…). E questo implica da un lato una massimizzazione dei profitti e una sorta di oculatezza nelle spese, mentre dall’altra porta a un risparmio indiretto (le uscite fisse, se divise per più teste, sono percentualmente più basse per ogni singolo) e a un risparmio invece ricercato, in quanto portatore di una prospettiva responsabile sul futuro.
Matrimoni e Pil pro capite vanno a braccetto
Legato a quanto appena visto, i ricercatori hanno poi rilevato che «per ogni aumento di 13 punti percentuali nella proporzione di adulti sposati c’è stato un aumento dell’8% del PIL pro capite, tenendo conto dei diversi fattori socio demografici. Allo stesso modo, l’aumento di 13 punti percentuali nella percentuale di bambini che vivono in famiglie con entrambi i genitori è associato a un aumento del PIL pro capite del 16%, tenendo conto di aspetti quali istruzione, urbanizzazione, età, dimensioni della popolazione e di altri fattori». La crescita economica di un Paese quindi, secondo questo studio, non può prescindere dalla famiglia.
La famiglia rende un Paese più ricco per tre motivi
Ma perché la famiglia rende un Paese più ricco? Organizzando il ragionamento per macro aree, sulla base delle evidenze rilevate, per i ricercatori i meccanismi specifici alla base del fenomeno sono tre.
Innanzitutto, come si diceva, l’aspetto dei risparmi familiari. Analizzando i dati della Banca Mondiale, dell’OCSE e delle indagini demografiche e sanitarie (DHS), si è infatti visto che nei Paesi dove le famiglie sono più stabili il risparmio medio è doppio.
In secondo luogo, la famiglia contribuisce a una diminuzione dei crimini, «perché scoraggia la partecipazione degli uomini in attività criminali e […] perché riduce il rischio che i bambini che cadono nella delinquenza da adolescenti o giovani adulti».
Infine, si è visto che i bambini e i ragazzi che crescono con mamma e papà hanno un rendimento scolastico migliore (direttamente conseguente ai più alti livelli di tempo, denaro e stabilità) e quindi, in potenza, nel loro futuro possono sperare in posizioni lavorative migliori.
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