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Sinodo sui giovani, i Padri polacchi indicano la via
NEWS 15 Ottobre 2018    di Ermes Dovico

Sinodo sui giovani, i Padri polacchi indicano la via

Pubblichiamo i passaggi più importanti dei riassunti fatti dai Padri polacchi presenti al Sinodo su «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale» e relativi alle riunioni della scorsa settimana all’interno dei cosiddetti «circoli minori» suddivisi su base linguistica (14 i gruppi linguistici complessivi dell’assemblea sinodale; per le sintesi integrali fornite dai Padri polacchi vedi la Catholic News Agency).

All’inizio della settimana passata i Padri polacchi si sono concentrati sulla prima parte dell’Instrumentum Laboris, facendo presente – con le parole dell’arcivescovo di Poznan, Stanislaw Gadecki – che essa «ha bisogno di una bussola, cioè un orientamento che darebbe un senso al tutto. Questa bussola potrebbe essere il passaggio nel Vangelo secondo Giovanni sul giovane che porta cinque pani e due pesci (Gv 6, 9-13). Il poco che ha con sé è distribuito da Gesù e nutre molte persone».

L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE MATERNA E PATERNA

Lo stesso Gadecki, presidente della Conferenza episcopale polacca (Cep), ha sottolineato che sia la madre che il padre hanno un ruolo fondamentale nell’educazione. «Non la madre e il padre separatamente, ma la madre e il padre insieme».

VALORIZZARE LA MEMORIA

Ricordando che papa Francesco ha evidenziato più volte il valore della memoria, Gadecki ha detto che è un elemento mancante nel documento di lavoro sinodale. «Devi dare valore alla memoria. I giovani tendono a correre verso il futuro, a diminuire il valore del presente, quindi dovrebbe essere insegnato loro ad apprezzare la memoria».

SCUOLE CATTOLICHE

Secondo l’arcivescovo di Poznan, «le scuole cattoliche non lavorano per sé stesse, non sono solo per i cattolici, ma servono il bene comune. In questo senso, meritano il sostegno statale, perché colmano le lacune che lo Stato non può riempire».

I GIOVANI E L’INCONTRO CON CRISTO

Il presidente della Cep ha reso noto che nel gruppo polacco è stato dato ampio spazio alla missione salvifica per cui Nostro Signore ha istituito la Chiesa, una missione che è rivolta tanto ai battezzati quanto agli uomini di altre religioni. «Allo stesso tempo, è stata rimarcata la necessità di educare i giovani verso un incontro personale con Cristo nella fede, nella grazia, divenendo un testimone di Cristo, e nella partecipazione attiva alla costruzione di un mondo aperto alle realtà spirituali e del Vangelo».

IL DOCUMENTO DI LAVORO SINODALE «È PREVALENTEMENTE SOCIOLOGICO»

I Padri polacchi considerano l’Instrumentum Laboris piuttosto carente sul piano della fede, specialmente su sacramenti cruciali come la Cresima e l’Eucaristia. Come ha spiegato l’arcivescovo di Lodz, Grzegorz Rys, «i Padri sinodali hanno detto che il documento manca di una prospettiva teologica e della prospettiva della fede. Il documento è prevalentemente sociologico. È stato sottolineato che non contiene menzione del sacramento della Confermazione, che è il sacramento dello Spirito Santo, e peraltro è Lui che ringiovanisce la Chiesa. Non c’è quasi nulla sul sacramento dell’Eucaristia, sebbene i giovani dimostrino di essere sensibili ai sacramenti, all’ispirazione dello Spirito Santo. Molte voci hanno attirato l’attenzione sulla necessità di una nuova Pentecoste. Queste voci sono legittime perché le soluzioni che dobbiamo dare devono sgorgare dalla fede e non solo dalla sociologia».

CRISTO RISORTO

Marian Florczyk, vescovo ausiliare di Kielce, ricorda che è fondamentale focalizzarsi sul fatto centrale della nostra fede: la Risurrezione di Cristo. «Se sappiamo mostrare che il Cristo Risorto […] è un’autentica testimonianza, allora ci saranno frutti. Di fatto, i giovani non si aspettano mezzi materiali o psicologia dalla Chiesa; piuttosto, si aspettano discepoli autentici».

LA FAMIGLIA ASSOMIGLIA ALLA CHIESA

Gadecki ha messo in risalto che «la famiglia è un’istituzione che assomiglia alla Chiesa. La Chiesa come famiglia deve costantemente accompagnare i Suoi figli. Proprio come non ci sono mai due vocazioni esattamente uguali […], così anche i genitori, in relazione ai loro figli, devono chiedere ogni giorno cosa dovrebbero fare per farli crescere bene, per condurli alla pienezza della vita verso la quale avanza la fede». L’arcivescovo Rys ha aggiunto che la famiglia è decisiva per aiutare i giovani a discernere la loro vocazione. «I giovani stimano la famiglia in sé stessa e se vengono aiutati a comprendere il valore della famiglia, allora – a partire da essa – uno può condurli alla fede, a Dio, che è il Creatore della famiglia. Vogliamo guidare i giovani non solo a vivere veramente la loro giovinezza ma a scoprire Gesù Cristo».

LA VOCAZIONE DEI GIOVANI E LA CROCE

Secondo Gadecki, l’Instrumentum Laboris manca di riconoscere che la vocazione di un giovane – così come quella di ogni cristiano – deve essere collegata alla Croce per essere vera. Invece il documento di lavoro presenta troppo spesso una visione leggera della vita dei giovani, omettendo di sottolineare la loro sete di infinito. Nello stesso solco si è espresso Rys: «Una vocazione, nel senso più ampio, tocca l’eterno disegno di Dio in relazione a ogni essere umano. Parlando di vocazioni, vogliamo dire prima di tutto che ogni persona è necessaria ed è eternamente voluta da Dio».


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