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Scola: “Divorziati risposati e comunione? Solo se casti”
NEWS 8 Settembre 2018    di Redazione

Scola: “Divorziati risposati e comunione? Solo se casti”

Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano, 77 anni, ha appena pubblicato un libro intervista autobiografico con Luigi Genninazzi, Ho scommesso sulla libertà. Autobiografia (ed. Solferino). Insieme a molte vicende della vita del cardinale, tra l’altro è stato vescovo di Milano dal 2011 al 2017 e rettore della Università Lateranense, Scola torna sul tema della comunione ai divorziati risposati e quindi si ripropone la questione dei dubia presentati da quattro cardinali al Papa a proposito dell’esortazione Amoris laetitia. La sua contrarietà alle aperture ambigue per l’accesso alla comunione dei divorziati risposati conviventi more uxorio era stata già manifestata negli anni del dibattito sinodale (2014, 2015), ma nel nuovo libro Scola ribadisce il concetto esprimendolo in modo chiaro:

«La non ammissibilità dei divorziati risposati all’Eucarestia non è un castigo che può essere tolto o ridotto, ma è insita nel carattere stesso del matrimonio cristiano che, come ho detto, vive sul fondamento del dono eucaristico di Cristo sposo alla Chiesa sposa. Ne deriva che chi si è autoescluso dall’Eucarestia ponendo in atto una nuova unione può tornare ad accedere al sacramento eucaristico solo vivendo la castità perfetta, come affermato dall’esortazione apostolica di Giovanni Paolo II ‘Familiaris consortio’. Ma di questo non vi è alcun cenno in ‘Amoris laetitia’. Non viene detto che quell’indicazione non è più valida, ma neppure si dice che è ancora valida. Semplicemente, la si ignora. Al tempo stesso vi si ricorda che l’Eucarestia, come dice sant’Ambrogio, ‘non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli’. Ora è vero che l’Eucarestia ha anche una funzione di guarigione, ma quest’affermazione non può essere usata al di fuori di quanto dice la costituzione conciliare ‘Lumen gentium’ al numero 11, circa la natura ecclesiale dei sacramenti”».

 


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