(…) L’altro aspetto ad aver caratterizzato la complessa fase di gestazione del nuovo governo [italiano] è stato il rifiuto del Presidente Sergio Mattarella di accettare l’economista Paolo Savona al super-ministero dell’economia in quanto considerato poco gradito in Europa. Rifiutando il nome di Savona, Mattarella ha affermato di aver così difeso i risparmi degli italiani. Con ciò voleva dire che la presenza di un euroscettico a quel ministero avrebbe messo in pericolo l’affidabilità italiana all’interno dell’Unione, avrebbe distolto i risparmiatori dall’investire nel nostro Paese e avrebbe aumentato la differenza tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi (il famoso spread). Con queste parole il Presidente ha detto una cosa istituzionalmente corretta, ma politicamente sbagliata.
Corretta perché l’adesione ai trattati dell’Unione europea è ormai presente nella Costituzione. Politicamente sbagliata perché così viene sottomessa la politica all’economia. All’affermazione del nostro Presidente della Repubblica hanno fatto seguito le parole ancora più dure e ciniche del Commissario UE Günther Oettinger, per il quale «i mercati insegneranno agli italiani come votare»…
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