È giusto esporre la croce nei luoghi pubblici, oppure si tratta di una decisione che offende le persone di altre confessioni, o gli atei, creando divisione? La questione, a livello sociale, è molto dibattuta e solitamente vede contrapposti i cristiani, fieri difensori dell’influenza socio-culturale che l’avvento di Cristo ha portato nel mondo, e coloro che invece vorrebbero negare in maniera ideologia le radici sulle quali poggia l’Occidente.
Solitamente avviene questo, appunto, ma il caso esploso a fine aprile in Baviera fa emergere come ci sia sempre spazio per le eccezioni. Vediamo i fatti, secondo quanto riportato da LifeSiteNews: con una decisione annunciata il 24 aprile, il premier luterano bavarese Markus Söder ha richiesto che, entro il primo di giugno, in tutti gli ingressi degli uffici amministrativi statali vengano esposti dei crocifissi al fine di «esprimere il carattere storico e culturale» del Land che ha dato i natali a papa Benedetto XVI e quale «impegno visibile per i valori fondamentali dell’ordine legale e sociale in Baviera e in Germania».
Una scelta, questa, che ha trovato l’opposizione pubblica del cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, che ha lamentato il fatto che la decisione di Söder crea «divisione, inquietudine e animosità». Si tratta di una dichiarazione perfettamente in linea con quanto messo in atto dallo stesso Marx nel 2016, quando durante la visita al Muro del pianto e alla Cupola musulmana della Roccia aveva deciso di togliersi la croce pettorale, ma che ha portato – ancora una volta, come già per l’intercomunione con i protestanti – l’episcopato a dividersi.
«In un discorso di martedì presso l’abbazia cistercense della Santa Croce nel villaggio di Heiligenkreuz», riporta infatti ancora LifeSiteNews, «l’arcivescovo Peter Stephan Zurbiggen ha dichiarato: “Come nunzio e rappresentante del Santo Padre, sono piuttosto triste e mi vergogno che ci siano, tra tutti, vescovi e i sacerdoti che devono emettere critiche quando viene esposta la croce in un Paese vicino. È una vergogna! Non si può accettare!”». Anche il vescovo Rudolf Voderholzer di Ratisbona, interrogato sulla questione, ha affermato che: «La croce è l’epitome della cultura occidentale. È l’espressione di una cultura dell’amore, della compassione e dell’affermazione della vita. Appartiene alle fondamenta dell’Europa».
Ma il cardinale Marx dimostra di avere a riferimento altri elementi per unificare l’Europa e l’Occidente. Almeno stando ad alcune sue dichiarazioni rilasciate in due recentissime interviste concesse ai quotidiani tedeschi Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung e RPOnline. Deplorando le «enormi disuguaglianze sociali e i danni ecologici che sono il risultato delle dinamiche capitalistiche», Marx cardinale arriva a indicare il Marx padre del comunismo come «uno dei primi sociologi seri» e, sopratutto, dice che «senza di lui non ci sarebbe alcuna dottrina sociale della chiesa». Perciò il Marx comunista, dice il Marx cardinale, «può essere molto utile alla luce degli attuali conflitti»: «siamo tutti sulle spalle di Karl Marx».
Potrebbe interessarti anche