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LOVE: «Tu sei un capolavoro»
NEWS 2 Maggio 2018    di Giulia Tanel

LOVE: «Tu sei un capolavoro»

LOVE è un film diretto dal vincitore del premio Goya Raúl de la Fuente, che pone i riflettori sul drammatico tema trattato anche nel Dossier del Timone di maggio: la prostituzione.

Come riporta il portale statunitense Crux, il focus geografico del film è la Sierra Leone, Stato dell’Africa occidentale che tra il 1991 e il 2002 ha visto morire 200.000 dei suoi abitanti a causa della guerra civile e che nel 2014 è stato ulteriormente flagellato da un’epidemia di ebola. Eventi, questi, che hanno avuto quale principale conseguenza il proliferare di orfani e che ha spinto molte bambine a percorrere la vita della prostituzione, pur di portare a casa 1,5 o 2 dollari al giorno. Un’attività devastante a livello psicologico e spirituale, ma che è anche fonte certa di malattie sessualmente trasmissibili, dal momento che quasi nessun cliente accetta di utilizzare il preservativo.

Di fronte a questo degrado sociale, i religiosi salesiani presenti sul territorio hanno deciso di approntare un programma di recupero dalla strada e, nel settembre del 2016, hanno fondato il Fambul Girl Shelter, che ha già dato vitto, alloggio e assistenza medica e psicologica a 146 ragazze.

Direttore del centro è don Jorge Crisafulli, il quale spiega qual è stato uno dei suoi pensieri quando è venuto a contatto con le prime ragazze: «Ci siamo resi conto immediatamente, quando le abbiamo contattate, che sono bambine. Si sentono bambine, pensano come bambine, si comportano come bambine, e quindi le strade e la prostituzione non sono assolutamente per loro». E queste bambine, afferma ancora il salesiano, sono «le più vulnerabili tra i vulnerabili».

Una delle storie riportate in LOVE è, ad esempio, quella di Aminata. Orfana, con una nonna troppo anziana per prendersi cura di lei, ha cominciato a prostituirsi all’età di 13 anni per riuscire a procurarsi da mangiare: da quel momento è iniziato quello che lei oggi definisce un «inferno vivente». Poi, grazie all’incontro con i Salesiani, la sua vita ha preso una piega positiva, ma se non fosse stato così probabilmente si sarebbe ammalata e sarebbe morta sola («Nessuno si prende cura di me» è il ritornello di queste giovani), perché la triste realtà è che le autorità località non solo sono conniventi con questo stato di cose, ma sono addirittura sono le prime a violentare le ragazze che arrestano.

LOVE, presentato a Roma lo scorso 12 aprile, è costato 50.000 $ ed è un tentativo per far conoscere la realtà della prostituzione (ma anche della tratta di esseri umani) in Sierra Leone e per provare a ottenere dei finanziamenti: infatti, l’opera svolta dai Salesiani a Freetown è resa possibile grazie all’impegno di quattro padri della congregazione, di circa 110 membri dello staff e di tre volontari, oltre che di diversi consulenti e psicologi, per un costo totale che supera i 678.000 $.

Una cifra enorme, certo, ma che è nulla in confronto al valore delle vite delle giovani donne che si contribuisce a salvare e far rifiorire. Perché, come afferma Crisafulli nella parte conclusiva del film: «Per tutti c’è sempre una speranza. Finché c’è la vita e la forza per sognare, c’è sempre la possibilità di andare avanti. […] Glielo dico sempre alle adolescenti: “Sei una creatura meravigliosa creata dalle mani di Dio. Un’opera d’arte. Un capolavoro”».


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