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Muore l’agente francese che si è offerto in cambio degli ostaggi a Trèbes
news
25 Marzo 2018

Muore l’agente francese che si è offerto in cambio degli ostaggi a Trèbes

I francesi hanno ricevuto un modello. Anche i cristiani. Il tenente colonnello delle forze di polizia locali Arnaud Beltrame, 45 anni, è morto in seguito alle ferite riportate durante l’assalto terroristico al supermercato francese di Trèbes di venerdì 23 marzo. «Lascia lei, prendi me», così Beltrame si è offerto in cambio di una donna che era tenuta in ostaggio dal “soldato dell’Isis” Radouane Lakdim, marocchino con documenti francesi poi ucciso dalle forze speciali.

Alla fine erano rimasti in due dentro al SuperU, il supermercato della cittadina francese teatro dell’ennesimo attacco terroristico: il tenente colonnello Beltrame e il terrorista. Alle 15 Lakdik, dopo aver già fatto 3 morti, ha colpito più volte Beltrame. Il gendarme ha lottato tra la vita e la morte nella notte tra venerdì e sabato, ma le sue condizioni erano apparse subito disperate.

Al suo capezzale è accorso padre Jean Baptiste che da qualche tempo stava guidando verso il matrimonio cattolico Arnaud e la sua compagna Marielle. I due, già sposati civilmente, avevano fissato la data delle nozze per i primi di giugno. Padre Jean Baptiste, canonico regolare dell’Abbazia di Lagrasse, ha diffuso una testimonianza su Arnaud:

 

«Nato in una famiglia con poca pratica, ha vissuto un’autentica conversione intorno al 2008, a quasi 33 anni. Ha ricevuto la prima comunione e la confermazione dopo 2 anni di catecumenato, nel 2010. Dopo un pellegrinaggio a Sainte-Anne-d’Auray nel 2015, dove chiede alla Vergine Maria di incontrare la donna della sua vita, diventa amico di Marielle, la cui fede è profonda e discreta. L’impegno è celebrato presso l’abbazia bretone di Timadeuc a Pasqua 2016.

Appassionato della gendarmeria, ha sempre avuto una passione per la Francia, la sua grandezza, la sua storia, le sue radici cristiane che ha riscoperto con la sua conversione. Offrendosi al posto degli ostaggi, è probabilmente animato dalla passione per l’eroismo del suo ruolo di ufficiale, perché per lui essere un poliziotto significava proteggere. Ma lui conosce l’incredibile rischio che corre. Conosce anche la promessa del matrimonio religioso che ha fatto con Marielle, che è già sua moglie e lo ama teneramente, sono un testimone. Allora ? Era autorizzato a correre un tale rischio? Mi sembra che solo la sua fede possa spiegare la follia di questo sacrificio che è oggi l’ammirazione di tutti.

Sapeva, come Gesù ci ha detto, che “non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici. » (Gv 15, 13). Sapeva che se la sua vita cominciava ad appartenere a Marielle, era anche a Dio, in Francia, ai suoi fratelli in pericolo di morte. Credo che solo una fede cristiana animata dalla carità possa chiedere questo sacrificio sovrumano.

Sono riuscito a raggiungerlo all’ospedale di Carcassonne verso le 21 di sera. I gendarmi e i medici e le infermiere mi hanno aperto la strada con notevole delicatezza. Era vivo, ma privo di sensi. Ho potuto dargli il sacramento degli ammalati e la benedizione apostolica in punto di morte. Marielle ha alternato queste splendide formule liturgiche».

 

Di fronte all’atto compiuto da Beltrame il vescovo di Carcassonne, monsignor Alain Planet, ha detto che all’inizio di questa settimana santa è difficile «non pensare a Gesù stesso che viene al nostro posto per affrontare la morte e le conseguenze del peccato».

«Il tenente colonnello era un cattolico praticante. Il fatto è che non ha nascosto la sua fede e che ha testimoniato. Possiamo dire che il suo atto di offerta è coerente con ciò che credeva», ha detto il cappellano nazionale della gendarmeria francese, padre Dominique Arz. «Credere», ha continuato padre Arz, «non è solo aderire a una dottrina. È innanzi tutto amare Dio e il prossimo e testimoniare concretamente la sua fede nella vita di tutti i giorni. Nelle circostanze felici o infelici, anche drammatiche, delle nostre vite».

 

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