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Sarà beato l’irlandese padre Patrick Peyton, che portò negli Usa la crociata del Rosario
NEWS 21 Dicembre 2017    

Sarà beato l’irlandese padre Patrick Peyton, che portò negli Usa la crociata del Rosario

Tra i nuovi beati e venerabili annunciati ieri, 19 dicembre, compare anche la figura dell’irlandese Patrick Peyton. Di seguito un ritratto.

di Philip Koslowski, da Aleteia

Nel pieno della II Guerra Mondiale, padre Patrick Peyton, un sacerdote della Congregazione della Santa Croce, sapeva che c’era un’unica cosa che le famiglie della nazione dovevano fare per assicurare la pace in patria e all’estero: recitare il Rosario.

I suoi genitori gli avevano insegnato l’importanza del Rosario quando erano in Irlanda, riunendosi ogni giorno in ginocchio per recitare questa preghiera mariana. Padre Peyton credeva poi che la Madonna lo avesse guarito miracolosamente dalla tubercolosi quando era seminarista, e aveva fatto il voto di diffondere in tutto il mondo l’amore per Lei.

Ma come poteva questo semplice immigrato irlandese raggiungere milioni di persone e ricordare loro il potere del Rosario?

Senza alcun background o alcuna influenza a livello di mass media, padre Peyton si recò a New York e convinse una donna del Mutual Broadcasting System del fatto che il Paese aveva bisogno di un programma radiofonico cattolico. La donna, che non era cristiana, decise di dare al sacerdote una possibilità, ma a una condizione: doveva avvalersi dell’aiuto delle star di Hollywood.

Padre Peyton chiamò nervoso Bing Crosby, e in qualche modo, con l’aiuto della Vergine, lo convinse a unirsi alla causa. Il programma venne trasmesso per la prima volta il 13 maggio 1945, e vi parteciparono “l’arcivescovo Spellman di New York, il Presidente Harry Truman, Bing Crosby e i genitori e la sorella della famiglia Sullivan dell’Iowa che guidavano il Rosario… Padre Peyton concluse il programma con un numero impressionante di famiglie che recitavano insieme il Rosario per la pace”.

Il successo della prima trasmissione fu tale che il pubblico ne chiese altre.

Padre Peyton si imbarcò in una crociata per rendere la sua trasmissione un programma regolare, e nel 1947 istituì la Family Theater Productions, con varie star di Hollywood disposte a sostenerlo nel suo lavoro. Le sue produzioni avrebbero visto partecipare star del calibro di “Grace Kelly, Gregory Peck, Rosalind Russell, Jimmy Stewart, Helen Hayes, Ronald Reagan, James Dean, Natalie Wood, Robert Young, Raymond Burr, Lucille Ball, Bob Newhart, Jack Benny, Loretta Young e Frank Sinatra”.

La radio fu solo l’inizio per padre Peyton, che estese la sua azione alla televisione e al cinema con l’aiuto dei suoi amici hollywoodiani. La sua nuova compagnia produsse più di 800 trasmissioni radiofoniche e 83 speciali televisivi con alcune delle star più famose in circolazione.

Secondo la Family Theater Productions, grazie a loro il futuro regista e produttore George Lucas (Star Wars) comparve per la prima volta nei titoli di coda, come assistante cameraman, alla metà degli anni Sessanta per un corto, The Soldier, con William Shatner.

Padre Peyton guidò anche maratone di Rosario in tutto il mondo, attirando grandi folle ovunque si trovasse. Presto divenne noto come il “prete del Rosario”, e rese popolare la frase “La famiglia che prega unita rimane unita”.

Il sacerdote ha continuato la sua opera di diffusione del Rosario fino alla morte, avvenuta nel 1992. La sua vita resta una fonte di ispirazione per tutti, soprattutto per coloro che vogliono usare i mass media per la promozione del Vangelo.

Il 1° giugno 2001 il cardinal Sean Patrick O’Malley ha aperto ufficialmente la sua causa di canonizzazione, e nel 2015 è stata presentata al Vaticano la Positio, “un rapporto di 1.300 pagine che analizzava la sua vita e il suo ministero per le virtù eroiche e la santità di vita”. Attualmente è in fase di studio, e se venisse approvata padre Peyton verrebbe dichiarato venerabile. Ci sono già due miracoli potenziali dovuti alla sua intercessione che potrebbero essere presi in considerazione una volta conclusa questa fase del processo.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]