Chi è cattolico, sull’esempio di Gesù Cristo, deve amare ogni uomo, anche se non professa la vera fede. Ma non c’è amore più grande per il non credente che pregare il buon Dio perché gli conceda la luce della fede. È dunque per “amore cristiano” che crediamo sia doveroso “raccomandare” alla vostra preghiera i personaggi di questa rubrica.
CARLO DE BENEDETTI
Il 5 maggio scorso, mentre inizia il previsto intervento del card. Angelo Scola all’assemblea annuale della Consob, la Commissione nazionale per le Società e la Borsa, i fratelli De Benedetti si alzano e se ne vanno. Non bisogna farsi dare lezioni dalla Chiesa in questa materia, dirà uno dei due fratelli. Un gesto coerente con la cultura di Carlo De Benedetti, il più noto dei due fratelli. Ottantenne, Carlo è il Presidente del Gruppo editoriale L’Espresso, la corazzata dell’editoria italiana che possiede la Repubblica, L’Espresso, e altre testate minori. La loro cultura di riferimento è di tipo laicista, e ritiene la religione un affare privato che non deve avere una dimensione pubblica. Secondo loro, la Chiesa dovrebbe dismettere la dottrina sociale e occuparsi soltanto di accudire gli anziani e, semmai, di fare crescere i bambini handicappati. Carlo De Benedetti (Torino, 1934) ha attraversato la seconda metà del Novecento facendo il finanziere e l’imprenditore, con un occhio sempre attento alla politica, sul versante di sinistra, con tessera n. 1 del Partito Democratico. È stato, seppure per cento giorni, amministratore delegato della Fiat, nel 1976 e due anni dopo ha rilevato la Olivetti diventandone Presidente, poi è entrato nel campo dell’editoria acquisendo nel 1987 una parte della Mondadori, e attraverso di essa è entrato nel Gruppo L’Espresso-Repubblica.
Certamente ha dato un deciso contributo alla diffusione di una cultura laicista, tendente a “modernizzare” l’Italia, in realtà a svincolarla dalle proprie radici cristiane. Anche Carlo De Benedetti, tuttavia, appartiene a quelle “periferie” del mondo cui non mancano soldi e potere, ma sono prive della vera gioia interiore, quella che nasce nel profondo dell’anima e che proviene solo dall’incontro con Cristo, Colui che porta la pace. Perché anche l’Ingegnere possa sperimentare la bellezza della fede, chiediamo ai nostri lettori di pregare per lui una decina del Rosario, ogni giorno del mese di giugno.
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